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LA REGIONE ABRUZZO PORTA ROMANO PRODI A CENA IN UN ABUSO EDILIZIO SUL MARE

prodi e d'alfonsoNon ci stupiamo più di nulla ma dà davvero la misura del senso delle istituzioni e della cultura della legalità che caratterizza la classe dirigente del PD che il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, già noto per le molteplici vicende giudiziarie, al termine di un convegno abbia portato a cena Romano Prodi e gli altri relatori presso un ristorante sul mare oggetto di una sentenza definitiva di condanna per abuso edilizio sul demanio marittimo. L’ho appreso stamattina sul blog di Lilli Mandara.

E’ davvero indicativo dello stile berlusconiano di Luciano D’Alfonso che per una cena istituzionale con l’ex-Presidente del Consiglio ed ex-Presidente della Commissione Europea scelga un abuso edilizio da lungo tempo in attesa di demolizione.

E’ francamente grave che anche esponenti di SEL non abbiano declinato l’invito facendo presente l’inopportuna circostanza.

Prodi probabilmente ignora la storia di quel ristorante. Di sicuro D’Alfonso e tutti i commensali abruzzesi  sono a conoscenza della situazione del locale visto che la vicenda dello stabilimento Les Paillottes è stata oggetto non solo di vicende giudiziarie conclusesi con la condanna del cavaliere Filippo Antonio De Cecco ma anche di ampia attenzione da parte degli organi d’informazione non solo locali e di scontro politico nelle aule istituzionali.

Ricordo – tra i tanti eclatanti episodi che hanno riempito le cronache – che il cavaliere Filippo Antonio mi querelò per aver denunciato in Consiglio Comunale quegli abusi ma che poi fu lui a finire sotto processo (il settimanale L’Espresso titolò Spaghetti boomerang riprendendo il titolo di un mio post).

Trattandosi di un convegno organizzato dalla Regione è da immaginarsi che la cena ai relatori e ai numerosi esponenti politici presenti sia stata offerta dai contribuenti.

Maurizio Acerbo, Rifondazione Comunista

P.S.: se aspettiamo il comune di Pescara l’abuso non sarà abbattuto mai. Fortunatamente ci sta pensando direttamente il tribunale a dare esecuzione alla sentenza.

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