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Quanto dolore inutile senza la cannabis terapeutica

cannabis terapeutica abruzzoSegnalo l’intervento sul Centro nelle lettere al direttore del dr. Gianvincenzo D’Andrea, vice Presidente Fondazione Isal ed ex-consigliere regionale PDS, che lamenta la mancata applicazione in Abruzzo della mia legge sulla cannabis terapeutica.  Speriamo che Paolucci e D’Alfonso, responsabili di questa situazione assurda, finalmente si diano una mossa.

LETTERA AL DIRETTORE RISPONDE MAURO TEDESCHINI

Gentile direttore, la telefonata (ricevuta ieri) da parte della madre di un giovane affetto da grave patologia dolorosa cronica in trattamento con cannabinoidi mi spinge a portare all’attenzione dell’Assessorato alla Sanità d’Abruzzo il grave problema legato all’assenza di una disposizione regionale che consenta ai pazienti di poter disporre gratuitamente della cannabis per uso terapeutico. Gli abruzzesi che hanno bisogno di curarsi con i cannabinoidi (le sostanze attive contenute nella cannabis) devono affrontare un vero percorso ad ostacoli. Innanzitutto munirsi della prescrizione(ricetta) redatta da un medico disponibile alla compilazione(non sempre conosciuta) secondo le disposizioni previste dalla cosiddetta “Legge Di Bella ” e quindi mettersi alla ricerca di un farmacista disposto a spedire la ricetta in loro possesso.

Ma non è finita qui perché i pazienti, nella maggior parte dei casi, devono rivolgersi a farmacie extraregionali. E soprattutto devono pagare per intero il costo della cura, che può variare dai 300 euro in su per prescrizione. Ora in altre regioni italiane, ultima l’Emilia, è stata approvata una legge che consente ai malati, previa certificazione medica, di ottenere gratuitamente la quantità di cannabis necessaria ad alleviare il dolore cronico legato a condizioni patologiche precisamente indicate. Ed allora perché in Abruzzo, che dispone già dal 4 gennaio 2014 di una legge apposita (la cosiddetta “Legge Acerbo”), il problema della somministrazione gratuita della cannabis terapeutica è ancora insoluto? E quanti ne hanno bisogno per alleviare il loro dolore devono continuare a pagarsi le cure? Se poi teniamo a mente il titolo della Legge dello Stato 38 /2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative…”credo di poter affermare che in Abruzzo(ma anche in altre regioni) il diritto alle cure, di fatto, non è garantito. Ciò mi fa ritenere che in tanta parte del Paese(anche nelle istituzioni più interessate!) stenti ad affermarsi una solida cultura della terapia del dolore. Oggi in Italia 13 milioni di persone soffrono di dolore cronico e 4 milioni non riescono ad accedere a cure adeguate, una situazione non accettabile in una società che voglia definirsi civile. Abolire tanta sofferenza inutile, eliminabile con le cure appropriate, dovrebbe essere un impegno primario per tutti ed in particolare per gli uomini delle Istituzioni.

Gianvincenzo D’Andrea – Pratola vice Presidente Fondazione Isal

La risposta del direttore del Centro Mauro Tedeschini:

Mi associo: trovo disumano che solo chi può permettersi di pagare 300 euro a ricetta possa permettersi terapie appropriate contro dolori cronici fortissimi. In Abruzzo sembra che manchi sempre una lira per fare un milione: la legge è stata fatta con grande tempestività, ma poi…

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