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Kemal Okuyan: L’ISIS, gli Stati Uniti e la Turchia: sono tutti matti?

turkey_isis_skitsi1-620x412Dal sito della sinistra radicale americana Counterpunch un interessante articolo di Kemal Okuyan, redattore del portale di notizie quotidiane SOL e membro del Comitato Centrale del Partito Comunista di Turchia (è stato anche segretario in passato). Un punto di vista sicuramente interessante.

Ci viene detto che il processo è fuori controllo, che le azioni degli attori principali si sono allontanate dalla razionalità, che ci possono essere alleanze impreviste o scontri. Ed è l’ISIS che è alla ribalta. Si è affermato solennemente che questa organizzazione sanguinosa è il prodotto della mancanza di prospettiva, della mancanza di pianificazione, di miopia e fanatismo. Si è accennato al fatto che l’attore che era stato messo sulla scena per un ruolo diverso ha iniziato a improvvisare e che il regista, lo sceneggiatore, gli scenografi e costumisti sono ammutoliti.

Quando il tema è la politica degli Stati Uniti nella regione, ci imbattiamo molto spesso nel concetto di “caos controllato”. Non si dovrebbe, ovviamente, interpretare questo concetto come la pianificazione e la creazione dello stato di caos in ogni dettaglio. In una regione dove l’energia distruttiva può continuare a ricreare se stessa, fornendo input che attivano il rilascio di questa energia, gli Stati Uniti stanno cercando di spingere su larga scala a un diverso stato un ampio spazio in cui diversi elementi iniziano a muoversi in direzioni diverse e dove si confrontano l’un l’altro. Attraverso la creazione di relazioni palesi o nascoste con tutti gli elementi e continuamente aprendo per sé nuovi canali di intervento … Continue reading Kemal Okuyan: L’ISIS, gli Stati Uniti e la Turchia: sono tutti matti?

U_Net: Fight the Power, le rime e la rivolta

PublicEnemy_fightThepowerAnniversari/Nel 1989 impazzava il classico dei Public Enemy. 25 anni fa usciva una delle canzoni più rilevanti della black music. la storia del brano e del video girato da spike lee che lo inserì nel film «Fa’ la cosa giusta»

Estate 1989, per le strade di Bedford-Stuyvesant, Brooklyn, l’eccitazione è palpabile. Centinaia di giovani marciano urlando slogan e issando cartelli con immagini di leader del movimento nero, celebrità afroamericane e scritte con i nomi dei luoghi storici delle rivolte nere. Un giovane afroamericano con un cappello da basket, a capo di quella moltitudine nera, rappa invitando a combattere lo status quo per ridare tutto il potere al popolo.
Pochi altri momenti nella storia della musica sono stati così dirompenti, aggressivi, galvanizzanti e, al tempo stesso, scioccanti per l’America bianca.
Chuck D, leader dei Public Enemy, rappava: «Elvis per molti fu un eroe/Ma non ha mai significato un cazzo per me/Era un fottuto razzista quel bastardo/Chiaro ed esplicito/Affanculo sia lui che John Wayne/Sono nero ed orgoglioso/Sono pronto, eccitato, di più, elettrizzato/La maggior parte dei miei eroi non appaiono sui francobolli». I versi arrivavano dritti dal brano Fight the Power («Combatti il potere») il cui video, entrato nella storia dell’hip hop, era stato girato da Spike Lee.

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Lettera dal carcere di Leonard Peltier per il 70° compleanno

leonard peltierIl 12 settembre Leonard Peltier ha compiuto 70 anni, 38 dei quali passati nelle prigioni americane.

Leonard Peltier è un esponente del movimento indiano americano (AIM) contro il quale – come nel caso delle Pantere Nere – l’Fbi scatenò una strategia di scientifica persecuzione giudiziaria e repressione violenta.

Leonard Peltier è un prigioniero politico, un combattente per la libertà, un innocente a cui Obama avrebbe il dovere di concedere la grazia come molti chiedono.

Questa è la traduzione della lettera che ha indirizzato dal carcere ai suoi sostenitori:

Saluti ai miei amici, parenti e sostenitori

Voglio inviare a tutti voi questo messaggio personale durante quello che è ormai il mio 70 ° compleanno. Voglio davvero ringraziare tutti voi per i vostri anni e anni di sostegno e di amore, non avrei mai fatto questo lungo percorso senza il vostro amore e sostegno. Come si può immaginare, è stato un percorso DAVVERO lungo. Talvolta più difficile di quanto avrei mai potuto immaginare. Non mi pento di tutto questo neanche per un minuto. Continue reading Lettera dal carcere di Leonard Peltier per il 70° compleanno

Malattie rare: finalmente garantita erogazione farmaci di categoria c

malattie-rareApprendo con grande gioia che oggi è stata inviata a tutte le ASL abruzzesi una nota con cui si comunica che lo scorso 22 maggio è stato finalmente firmato dall’ex-commissario ad acta Gianni Chiodi il decreto con cui si dettano le disposizioni per l’erogazione a carico del bilancio regionale dei farmaci off label e di fascia c e c-bis per pazienti affetti da malattie rare.

Ricordo che si tratta di una richiesta contenuta in una risoluzione proposta dal sottoscritto e approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale il 25 febbraio.
Nonostante l’Abruzzo avesse stanziato risorse giù dal 2010 non si era ritenuto di poter procedere a causa dei vincoli del piano sanitario. Avevo fatto presente che altre regioni erano state autorizzate dal Ministero e che non si potevano discriminare ulteriormente pazienti e famiglie abruzzesi solo perché sfortunatamente residenti in una Regione sottoposta a piano di rientro.
Non era accettabile che le famiglie con pazienti affetti da malattie rare, oltre il disagio quotidiano che vivono, abbiano dovuto per anni sopportare i costi dei farmaci che non vengono erogati a carico del SSN.

Ma che ha detto Bertinotti?

andy warholAppare utile socializzare la trascrizione dell’ormai famigerata risposta di Fausto Bertinotti a una domanda di Alessio Falconio, direttore di radio radicale (il video completo dell’intervista) nel corso del Todi Festival. La sintesi dell’intervento messa on line dal quotidiano berlusconiano Libero ha suscitato una marea di insulti sui social network. La cosa che più mi ha stupito non è il dissenso o il consenso rispetto alle argomentazioni, ma che si prenda sul serio un articolo di un giornale come Libero. E’ talmente evidente la forzatura nella titolazione dell’articolo e dello stesso video messo in giro da Bechis che è incredibile che tante persone l’abbiano presa per buona.

Preciso che non penso che Bertinotti sia soltanto vittima della manipolazione, altrimenti avrebbe diffuso due righe chiarificatrici nelle ore successive, almeno per precisare che – come si evince dal testo – non si era dichiarato “comunista pentito”. Probabilmente gli ha fatto piacere che la rabbia suscitata tra i compagni sui social network abbia attirato comunque un minimo di attenzione. Dubito che sia la modalità migliore per costruire percorsi di riflessione collettiva ma pare che da tempo Bertinotti provi un certo gusto nel fare incazzare quelli che un tempo affollavano i suoi comizi. L’intervento di Fausto non mi ha particolarmente scandalizzato, forse perché mi son sempre considerato un comunista/socialista liberale e libertario (consiglio la lettura di una mia nota di 4 anni fa in calce al decalogo liberale di Bertrand Russell). Varie cose non mi hanno convinto, ma prima di discutere e dissentire nel merito (cosa che farò forse in un prossimo post) meglio leggere che cosa ha effettivamente detto Bertinotti. Cerchiamo di far buon uso della rete.

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