Non posso che esprimere un giudizio negativo sul progetto di legge sull’edilizia presentato dai consiglieri del PDL abruzzese se quel che leggo sulla stampa corrisponde realmente al testo.
Si tratterebbe di un provvedimento che scardina completamente la pianificazione urbanistica e produrrebbe effetti incontrollabili nei nostri centri abitati già cresciuti negli ultimi decenni al ritmo della speculazione edilizia. Non voglio essere malevolo ma ho la sensazione che il PDL cerchi in maniera grossolana di accreditarsi con i costruttori in vista delle imminenti elezioni amministrative. La filosofia è quella del famigerato “piano casa†berlusconiano che ha suscitato all’epoca la sacrosanta indignazione di tutta la cultura urbanistica.
Da quel che si capisce si potrà aumentare i volumi degli edifici del 40% e inevitabilmente derogare a distanze e altezze previste nei Piani Regolatori con l’effetto di produrre città ancor più ingolfate, caotiche, brutte e invivibili.
Inoltre la possibilità di monetizzare gli standard urbanistici (verde, strade, parcheggi) significa che si pagheranno i comuni per reperire altrove quegli spazi che non ci saranno intorno agli interventi. Continue reading EDILIZIA EXTRA-LARGE: UNA LEGGE FOLLE E PERICOLOSA
“Facciamo un brindisi a tutti quei contadini, operai, artisti e intellettuali degli ultimi 100 anni che, senza curarsi di ottenere fama e guadagno – non motivati da sete di potere – le cui motivazioni erano compassionevoli e umanitarie – hanno lavorato instancabilmente nel loro sogno di una rivoluzione socialista in tutto il mondo, che hanno creduto e sperato nell’alba di un nuovo mondo nella convinzione che il loro lavoro potesse contribuire ad una società in cui una classe non sfrutta un’altra, in cui un gruppo etnico o una nazione non tenta di espandersi a spese dell’altra, un mondo in cui uomini e donne possano vivere liberamente come eguali. Le persone che hanno nutrito queste speranze e questi sogni sono state talvolta stupidamente cieche a causa dell’opportunismo della loro stessa dirigenza, e molti sono stati indotti ad assurdità ideologiche, ma la grande maggioranza di essi ha lavorato disinteressatamente per il socialismo mettendoci il meglio di se. I loro sogni si sono rivelati futili, e il “socialismo reale” è diventato una piaga del secolo, quasi uguale a quella del nazismo. Quello che abbiamo adesso è nervoso fondamentalismo del terzo mondo e l’avidità globale del mondo sviluppato. Il fallimento del socialismo è la tragedia del 20° secolo e in questo giorno, il Primo Maggio, almeno dovremmo onorare la memoria di coloro che hanno lottato per il sogno di ciò che il socialismo avrebbe potuto essere. E intraprendere ancora una volta una nuova strada”.
Gary Snyder 2000
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 May Day Toast for the Workers of the World
“Let’s drink a toast to all those farmers, workers, artists, and intellectuals of the last one hundred years who, without thought of fame or profit — not motivated by a thirst for power — whose motivations were compassionate and humanitarian — worked tirelessly in their dream of a world-wide socialist revolution. Who believed and hoped that a new world was dawning, and that their work would contribute to a society in which one class does not exploit another, where one ethnic group or one nation does not try to expand itself over another, and where men and women lived freely as equals.
“The people who nourished these hopes and dreams were sometimes foolishly blind to the opportunism of their own leadership, and many were led into ideological absurdities, but the great majority of them selflessly worked for socialism with the best of hearts. Their dreams proved futile, and “actually existing socialism” became a blight on the century almost equal to that of Nazism.
“What we have now is nervous third-world fundamentalism and developed-world global greed. The failure of socialism is the tragedy of the 20th century, and on this day, May Day, at least, we should honor the memory of those who struggle for the dream of what socialism might have been. And begin a new way again.”
Gary Snyder, “May Day Toast, for the Workers of the World, for the year 2000.”
Gary Snyder è uno degli ultimi esponenti della beat generation ancora in circolazione. Per me è soprattutto Japhy Rider, il protagonista deiVagabondi del dharma di Jack Kerouac, il romanzo che ho riletto più volte in vita mia.
Auspichiamo che questa pratica si generalizzi davanti ai centri commerciali che apriranno il Primo Maggio (se arriva la security che vi dirà che dovete andare via perchè siete in una proprietà privata rispondete che è comunque di uso pubblico e chiedete quale norma o ordinanza vieta il volantinaggio, Cominciano allora interminabili consultazioni via radio e voi intanto distribuite i volantini).
Dispiace dover leggere prese di posizione come quelle di alcune organizzazioni di consumatori che sembrano ignorare che in gran parte d’Europa – e parliamo dei paesi più ricchi e avanzati in termini di reddito e welfare – non vi è stata alcuna deregulation.
Non si può assimilare lo shopping a servizi essenziali come la sanità o i trasporti che devono essere garantiti anche nei giorni festivi.
Quello che è in atto in Italia è semplicemente un gran favore alle catene della grande distribuzione che – tra l’altro – supportano pochissimo l’economia locale sia sul piano delle forniture sia sul piano del reinvestimento degli utili.
Non posso che consigliare vivamente a tutt* di correre al cinema Massimo a vedere il film di Francesco e Maria Grazia. Le regioni le spiega bene questa recensione di Lalla D’Ignazio uscita su Il centro sabato. Il film rimarrà in sala fino al 26 aprile.
 Al Massimo la docu-fiction di Calandra e Liguori racconto senza ipocrisie del rapporto zingari-gaggi
 PESCARA. Un atto d’amore per Pescara, per la sua periferia di cemento ed emarginazione, per gli zingari che la abitano e la dominano, per chi la subisce e pure sa guardare oltre. Francesco Calandra e Maria Grazia Liguori regalano un mondo a due passi da casa che loro scoprono dopo averlo percorso tutta la vita e che lasciano scoprire allo spettatore con lunghi pieni sequenza pieni di parole che sembrano venir fuori da finestre e balconi e portoni di Rancitelli e San Donato, anche se a raccontare fuori campo è la voce di un rom. Accolto trionfalmente nell’anteprima di venerdì al cinema Massimo “La palestraâ€, la docu-fiction di Francesco Calandra e Maria Grazia Liguori prodotta dalla GarageLab sul rapporto incontro/scontro tra cultura rom e italiana nella periferia pescarese. Continue reading Stupisce e convince la Pescara dei rom del film “La palestraâ€
Rimane l’amarezza di dover constatare che i responsabili a tutti i livelli non abbiano nemmeno pensato che carico di discriminazione e violenza omofoba ci sia in quelle parole.
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Immaginate una persona che abbia deciso di donare il sangue per aiutare persone care - un parente, magari un genitore - e che si sia trovata davanti un documento che lo respingeva a causa del suo orientamento sessuale.
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Non mi stupirei che quel decalogo sia adottato anche in altre ASL.