Continue reading Leonardo Boff: Papa Francesco non è un nome, ma un progetto di Chiesa e di mondo.
|
|||||
Ogni punto di vista è la visione da un punto, ho affermato una volta. Il mio punto di vista su Papa Francesco è quello di un latinoamericano. Lo stesso Papa Francesco si è presentato come «colui che viene dalla fine del mondo», cioè dall’Argentina, dall’estremo Sud del mondo. Questo fatto non è privo di rilevanza, poiché ci offre una lettura diversa da quella di altri, da altri punti di vista.
La scelta del nome Francisco, senza precedenti, non è casuale. Francesco d’Assisi rappresenta un altro progetto di Chiesa la cui centralità risiedeva nel Gesù storico, povero, amico dei disprezzati e umiliati, come i lebbrosi con i quali andò a vivere. Questa è la prospettiva adottata da Bergoglio quando è stato eletto Papa. Vuole una Chiesa povera per i poveri. Di conseguenza, si spoglia dei paramenti onorari, tradizione degli imperatori romani, ben rappresentata dalla mozzetta, quella mantellina bianca ornata di gioielli, simbolo del potere assoluto degli imperatori e incorporata nei paramenti papali. Lui la rifiuta e la dà alla segretaria come souvenir. Indossa un semplice mantello bianco con la croce di ferro che sempre usava. Visse nella più grande semplicità (il Papa non indossa Prada) e, senza cerimonie, infranse i riti per poter essere vicino ai fedeli. Ciò sicuramente ha scandalizzato molti esponenti della vecchia cristianità europea, abituati alla pompa e alla gloria dei paramenti papali e dei prelati della Chiesa in generale. Vale la pena ricordare che tali tradizioni risalgono agli imperatori romani, ma non hanno nulla a che fare con i poveri artigiani e contadini mediterranei di Nazareth.
Continue reading Leonardo Boff: Papa Francesco non è un nome, ma un progetto di Chiesa e di mondo. ![]() In occasione del centenario della nascita il settimanale comunista catalano *realitat propone una monografia dedicata alla figura di Manuel Sacristán, intellettuale comunista pioniere nella diffusione, nello Stato spagnolo, delle idee ecologiste e della decrescita. La monografia è stata curata dal mio amico Victor Rios, storico e ricercatore presso il Centro Studi sui Movimenti Sociali dell’Università Pompeu Fabra. Vi propongo il suo articolo che apre il numero monografico della rivista.
Ho conosciuto Manuel Sacristán quando mi sono iscritto alla Gioventù Comunista, nell’anno accademico 1967-68. La commissione di formazione del PSUC ebbe il compito di aiutarci nei nostri primi passi nel mondo del comunismo catalano. Ricordo come Sacristán ci guidava nella lettura del Manifesto del Partito Comunista, insegnandoci a leggere i nostri classici in modo critico e attuale e, quindi, insegnandoci a pensare.
Continue reading Victor Rios: Manuel Sacristán, un comunismo per il XXI secolo ![]() Ursula von der Leyen La corsa dell’Unione Europea ad aumentare la spesa militare è intesa tanto a compiacere Washington quanto a raggiungere una vera e propria “autonomia strategica”. Lo scrive Harrison Stetler sulla rivista statunitense The Nation. Sembra passata una vita da quando il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama rimproverò alle sue controparti europee di essere “ pigre” in materia di spese militari, avvertendo che l’austerità fiscale, in seguito alla crisi dell’Eurozona del 2010, avrebbe ostacolato la capacità degli Stati europei di svolgere un ruolo più ampio nella loro difesa. Era un assaggio delle cose che sarebbero accadute. Sebbene il sostegno all’Ucraina da parte dell’amministrazione di Joe Biden avesse fatto svanire i timori di un ritiro americano dall’Europa, queste speranze sono state spente con il ritorno fragoroso di Donald Trump alla Casa Bianca. Da gennaio, Trump ha rapidamente inasprito le critiche nei confronti dei tradizionali alleati degli Stati Uniti nell’Unione Europea, aprendo al contempo negoziati con Mosca, sopra le teste delle capitali dell’UE e di Kiev. Quando è trapelata la notizia di Jeffrey Goldberg, che ha mostrato i vertici dell’amministrazione Trump deridere privatamente la dipendenza europea – “È PATETICA”, ha scritto il capo del Pentagono Pete Hegeseth – c’era poco che le élite dell’UE non dovessero già sapere. Continue reading Harrison Stetler: Il labirinto del riarmo europeo
Trump e l’ultradestra attaccano il globalismo come se fosse un’invenzione della sinistra radicale e dei marxisti, degli europei o dei cinesi, dei canadesi o dei giapponesi, degli indiani o dei messicani. In realtà la globalizzazione è stata portata avanti dalle élite capitaliste USA a partire dalla fine degli anni ’70 come risposta alla forza delle classi lavoratrici e popolari dell’Occidente. Questa controrivoluzione fu un progetto politico, come insegna David Harvey, che si affermò con la vittoria del presidente repubblicano Ronald Reagan e con quella di poco precedente di Margareth Thatcher in Gran Bretagna. Se gli operai negli USA o in Europa avevano conquistato una forza contrattuale difficilmente aggirabile, se le classi popolari rivendicavano un sempre più alto livello di welfare da finanziare con una tassazione più alta dei capitali e dei patrimoni, se gli Stati intervenivano sempre più regolando la sfera economica limitando il potere del capitale per la classe miliardaria si era di fronte alla “crisi della democrazia”, come titolava il famigerato rapporto della Commissione Trilateral. E quindi bisognava delocalizzare le produzioni all’estero e liberare il capitale dai lacci e lacciuoli degli Stati nazionali troppo condizionati dai partiti di sinistra, dei sindacati e dei movimenti sociali. In seguito anche i Democratici si adeguarono con il clintonismo. Dopo aver resistito negli anni ’80 con il crollo del Muro anche le socialdemocrazie europee si adeguarono raggiungendo la totale assunzione di quella logica con Blair e Schroeder. Dal 1991 la Russia e i paesi dell’Europa orientale furono definitivamente integrati nell’economia globale con terapie shock di privatizzazione. Continue reading Trump non la conta giusta. E’ il capitalismo USA ad aver voluto la globalizzazione neoliberista |
|||||
Copyright © 2025 Sandwiches di realtà. il blog di Maurizio Acerbo - All Rights Reserved Powered by WordPress & Atahualpa |