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Pablo Iglesias intervista Toni Negri

pablo-iglesiasLandini si è dovuto difendere per la presenza di Oreste Scalzone e Franco Piperno all’assemblea romana della Coalizione Sociale  dopo gli articoli di giornalisti renziani e l’attacco di Renzi in persona. Il leader di Podemos pochi giorni fa ha invitato Toni Negri nella sua trasmissione televisiva per una lunga intervista e non so cosa sia successo in Spagna (comunque Iglesias non deve esserne preoccupato se lo ha invitato).

Ovviamente non mi ha stupito la reazione di Landini che per le sue radici nel PCI-PDS e nel sindacato emiliano è abbastanza comprensibile (per chi conosce la storia della sinistra italiana). Devo dire che intervistato Franco Piperno ha commentato con stile e ironia. Il giochetto della Meli e di Renzi è chiaro: i pensionati che hanno fedelmente votato PCI-PDS-DS-PD e che ultimamente cominciano a disertare le urne possono facilmente simpatizzare con Landini che da quella storia viene e ne conserva i tratti popolari e operai migliori. Accostarlo ai fantasmi del terrorismo anni ’70 e ai “cattivi maestri” dell’autonomia è un modo per farli tornare all’ovile.

[La Tuerka è il programma televisivo ideato da Pablo Iglesias e dal suo gruppo dell’Università di Madrid e va in onda dal 2010. Particolare non secondario per comprendere il successo elettorale improvviso e all’apparenza imprevedibile di Podemos. Ricordo che il mio fratello e compagno Francesco Caruso che frequenta da lungo tempo i movimenti sociali spagnoli mi disse che se Iglesias si candidava avrebbe preso un mucchio di voti almeno un anno e mezzo prima della sua “discesa in campo”]

Ringrazio Fabiano di Zona 22 per la segnalazione

 

 

 

 

 

 

Alain Badiou: La crisi, vera e falsa contraddizione del mondo contemporaneo

andy warhol

Ho tradotto questo articolo di Badiou perché mi sembra che fotografi molto bene le conseguenze della quasi sparizione nel presente di un’antitesi, di un’alternativa sistemica come quella che è stata rappresentata lungo due secoli dai movimenti socialisti e comunisti. Nutro più di una riserva sulla concezione del comunismo di Badiou e non mi riferisco soltanto alle critiche che gli ha riservato Toni Negri ma anche alla sua svalutazione delle concrete esperienze storiche europee. Riassumerei: se Negri sostiene che Badiou è un comunista senza Marx, io aggiungerei che si sente anche la mancanza di Gramsci e un giudizio liquidatorio tipico della sua tradizione di riferimento verso le conquiste democratiche del movimento operaio. Va a suo merito aver riaperto sul piano del dibattito intellettuale internazionale la discussione sul comunismo e non è certo questo il luogo per discutere e approfondire il suo maoismo. Ma quando invita a rifiutare l’imperativo mediatico “Occidente o barbarie” e rilancia il ruolo storico del progetto comunista non si può che essere d’accordo. 

La modernità è prima di tutto una realtà negativa. Effettivamente si tratta di una rottura con la tradizione. È la fine del vecchio mondo di caste, nobiltà, obblighi di carattere religioso, riti giovanili di iniziazione, mitologia locale, sottomissione delle donne, potere assoluto del padre sui suoi figli, e divisione ufficiale tra un piccolo gruppo di governanti e una massa condannata di lavoratori. Nulla può spingere questo movimento indietro – un movimento che, evidentemente, è iniziato in Occidente con il Rinascimento, si è  consolidato con l’Illuminismo del XVIII secolo e poi materializzato nelle innovazioni senza precedenti nelle tecniche di produzione e nel costante affinamento dei mezzi di misurazione, di circolazione e di comunicazione.

Forse il punto più sorprendente è che questa rottura con il mondo della tradizione, questo vero e proprio tornado che si abbatte sul l’umanità – quello che in appena tre secoli ha spazzato via forme di organizzazione che duravano da millenni – crea una crisi soggettiva le cui cause e portata sono evidenti , e uno dei cui aspetti più rilevanti è la difficoltà estrema e crescente che i giovani, in particolare, affrontano nel trovare un posto in questo nuovo mondo.

Questa è la vera crisi. A volte la gente pensa che questa è una crisi del capitalismo finanziario. No per niente! Il capitalismo si sta espandendo in tutto il mondo – lo sta facendo meravigliosamente. Le guerre e le crisi fanno parte dei suoi mezzi di sviluppo. Questi mezzi sono tanto brutali quanto sono necessari per spazzare via la concorrenza e permettere ai vincitori di concentrare la maggior quantità possibile di capitale disponibile nelle proprie mani. Continue reading Alain Badiou: La crisi, vera e falsa contraddizione del mondo contemporaneo

Garante dei detenuti in Abruzzo: non si perda altro tempo

con pannellaFoto-ricordo: oggi a Teramo il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio si è formalmente impegnato nel corso di una conferenza stampa a procedere all’attuazione della mia norma del 2011 di istituzione del Garante dei detenuti. Un impegno assunto alla presenza di Marco Pannella​ e Rita Bernardini che insieme a noi si sono sempre battuti per questo obiettivo.
Ricordo che insieme all’amico e compagno radicale Vincenzo Di Nanna abbiamo ripetutamente denunciato questa inadempienza della regione (avrebbero dovuto nominare il garante entro 90 giorni dall’insediamento del Consiglio, ed è passato quasi un anno!).
Nelle ultime settimane un altro vecchio amico radicale teramano Ariberto Grifoni ha intrapreso uno sciopero della fame durato 14 giorni per chiedere al Consiglio regionale di darsi una mossa. Io e Vincenzo parallelamente abbiamo indirizzato una lettera al Presidente Di Pangrazio e a tutti i consiglieri per sollecitare attuazione legge.
Alla conferenza stampa ha partecipato oggi anche l’ex-consigliere di FI Ricardo Chiavaroli che nella scorsa legislatura fu il principale sostenitore della mia proposta nelle fila dell’allora maggioranza di centrodestra.
Domani la conferenza dei capigruppo discuterà della questione. Speriamo che non ci siano tentativi dilatori e che finalmente si proceda .
Radio Radicale ha trasmesso in diretta la conferenza stampa (video sul sito di Radio Radicale).

 

Giornata contro omofobia: cambia giunta stessa dimenticanza

omofobiaRegione Abruzzo e Comune di Pescara dimenticano la Giornata Internazionale contro l’Omofobia
 
Debbo constatare che, nonostante il cambio di giunta in Regione e al Comune di Pescara, entrambi gli enti hanno dimenticato di celebrare con iniziative, manifesti o qualsiasi altra cosa la Giornata Internazionale Contro l’Omofobia e la Transfobia.
 
Non mi stupisco di una Giunta composta da personaggi come D’Alfonso e Di Matteo ma del Comune guidato da un sindaco giovane e colto come Marco Alessandrini francamente sì.
 
Ancor di più mi stupisco del mio amico ed ex-compagno di banco Giovanni Di Iacovo a cui fa evidentemente male stare in maggioranza con un’integralista come Marco Presutti.
 
Ricordo che nella precedente consiliatura nel 2011, anche con il loro voto, era stata approvata una mia mozione che impegnava sindaco e giunta a promuovere iniziative, in collaborazione con l’associazionismo GLBT, a partire dal prossimo anno in occasione della Giornata Mondiale contro l’omofobia (17 maggio). 
Lamozione impegnavanche a procedere all’intitolazione di una strada cittadina a Harvey Milk (il primo consigliere comunale dichiaratamente gay assassinato neegli anni ’70), prevedere che nell’ambito delle manifestazioni per il Giorno della Memoria (27 gennaio) siano ricordati anche i deportati omosessuali e il loro sterminio nei lager nazisti, organizzare, in collaborazione con la Fondazione Pescara-Abruzzo e le scuole cittadine, rassegne cinematografiche per gli studenti dedicate a film comeMilk che ricostruiscono le discriminazioni subite dalle persone di diverso orientamento sessuale e le battaglie per il riconoscimento dei diritti civili.
 
Anche se la mozione impegnava la vecchia giunta,che ovviamente risultò immediatamente inadempiente, sono sicuro che Marco e Giovanni ne condividono ancora il contenuto. 
 
Spero che l’affettuosa critica serva a evitare che l’anno prossimo si ripeta la dimenticanza. Anche senza spendere un euro si può fare in modo che la GiornataInternazionale contro l’omofobia venga degnamente celebrata anche a Pescara.
 
Auspico che anche le altre iniziative vengano realizzate ed offro la mia collaborazione per concretizzarle.
 
Maurizio Acerbo, ex-consigliere Rifondazione Comunista
ogni anni ho fatto un comunicato per criticare la dimenticanza della Giunta Mascia

MA D’ALFONSO NON DOVEVA TAGLIARE STIPENDI DEI CONSIGLIERI REGIONALI?

La prevedibile metamorfosi da Luciamion a Dalfocchio

#‎dalfonsate: in campagna elettorale ‪#‎Dalfocchio disse che avrebbe tagliato stipendi consiglieri e assessori regionali ‪#‎Abruzzo,anzi che sarebbe stato uno dei primi provvedimenti. Non ha fatto nulla!  Non si fa così, gli impegni elettorali si mantengono!

dalfocchio acerbo

In campagna elettorale D’alfonso disse che avrebbe tagliato gli stipendi di consiglieri e assessori regionali. In molti dibattiti televisivi sostenne che sarebbe stata la prima misura che avrebbe adottato.

Giunse ad annunciare “LA RIVOLUZIONE delle corrispondenze di competenze economiche che noi faremo agli eletti della Regione, i parlamentari regionali verranno parametrati ai sindaci delle grandi città capoluogo di regione” (ascoltatelo dal minuto 2:52 di guarda il video).

L’impegno ripetuto in tutte le salse durante la campagna elettorale era quello, tradotto in una lingua comprensibile, di portare la retribuzione complessiva degli eletti regionali a circa 5.000 euro lordi (la cifra precisa andrebbe chiesta al Sindaco dell’Aquila).

È passato un anno dalla campagna elettorale ma D’Alfonso non ha mantenuto l’impegno. Ad essere precisi: non ha fatto nulla!

Non ha nemmeno presentato una proposta di legge. L’ha fatto il M5S ma la maggioranza non lo ha finora fatto andare avanti facendo persino mancare il numero legale.

Non mi stupisce perché è quello che sistematicamente accadeva quando proponevo analoghe misure di taglio dei costi della politica nella precedente legislatura.

C’è una differenza però: Chiodi non aveva mai promesso di tagliare gli stipendi consiglieri, D’Alfonso si. Quindi il comportamento dei centrosinistro è molto più grave. E’ una aperta e spregiudicata presa in giro, un comportamento di palese violazione della parola data.

Ci si aspettava che Luciamion nella prima seduta del Consiglio portasse la proposta di legge, abbiamo atteso la seconda, la terza, la quarta ma dopo un anno non si è visto nulla. Il camion delle promesse ha finito la benzina ed è rimasta in campo la solita vecchia politica.

Per questo abbiamo ribattezzato simpaticamente il Presidente della Regione Dalfocchio non volendo usare espressioni e aggettivi più diretti di uso popolare.

D’Alfonso e la sua coalizione hanno assunto un impegno programmattico, hanno la maggioranza per attuarlo e la competenza è interamente nelle loro mani. Non si tratta di uno dei tanti temi complessi su cui Dalfocchio ha promesso mari e monti andando ben oltre le proprie competenze istituzionali.

Per tagliare gli stipendi dei consiglieri regionali basta una legge regionale, anzi un emendamento di poche righe!

Non ci vuole Mandrake ma semplicemente una persona seria che mantenga la parola data.

Noi ovviamente non abbiamo mai creduto nelle promesse di D’Alfonso e conoscendolo non l’abbiamo appoggiato. Sapevamo benissimo – per esperienza – che quella coalizione non avrebbe portato avanti obiettivi di rinnovamento reale. Ciò non toglie che sia doveroso richiamarli al rispetto degli impegni assunti e che a noi si associno tutti i cittadini abruzzesi.

Negli ultimi tempi D’Alfonso ha minacciato di azioni legali chi ne mette in discussione l’onorabilità. Gli facciamo presente che nessun avvocato potrà restituirgli l’onorabilità se non mantiene la parola data come ha fatto finora.