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I 10 punti di Stanley Aronowitz per un nuovo movimento operaio (2014)

Il 16 agosto è morto a 88 anni Stanley Aronowitz, uno dei più importanti intellettuali militanti della sinistra radicale statunitense. Un socialista e marxista convinto i cui libri raramente sono stati tradotti in italiano al contrario di suoi articoli pubblicati su molte riviste e giornali nel corso dei decenni. Cornel West lo ha definito “il più importante studioso sul passato e il presente della classe operaia USA”. Aronowitz è stato un attivista della New Left degli anni ’60 che non ha mai abbandonato la lotta. Fu tra gli organizzatori della Marcia su Washington al termine della quale Martin Luther King tenne il celeberrimo discorso “I have a dream”. Nel 2014 aveva pubblicato un manifesto in 10 punti per un nuovo movimento operaio negli Usa. Una lettura utile anche per noi.

La contrattazione collettiva, la soluzione sindacale tradizionale, è caduta in disgrazia. Il contratto, un tempo compromesso tra lavoratori e capitale nel settore privato e tra lavoratori pubblici e Stato, non è più un compromesso. Oggi, il più delle volte, è la resa firmata di un sindacato. C’è un posto per la contrattazione; rimarrà una parte importante dell’arsenale dell’azione sindacale, ma le vecchie formule non funzionano più. È tempo di andare avanti. Ecco, dunque, le mie dieci tesi, o manifesto in dieci punti, per un nuovo movimento operaio, modestamente offerto:

1. La contrattazione su salari, condizioni di lavoro e benefici non deve necessariamente sfociare in un contratto. Se il potere collettivo dei lavoratori è sufficiente per evitare un accordo formale, stanno meglio senza. Se devono firmarne uno, non dovrebbe includere una disposizione di non sciopero. E se i lavoratori non sono abbastanza forti da imporre un accordo che non vieti gli scioperi durante la durata dell’accordo, allora la durata dell’accordo dovrebbe essere breve, diciamo un anno, e i termini dovrebbero specificare condizioni eccezionali in cui i lavoratori possono sospendere il proprio lavoro, come il licenziamento discriminatorio o un cambiamento arbitrario nel processo lavorativo.

3. Deve esserci una campagna nazionale per mettere in atto un reddito garantito pari al salario minimo e/o all’indennità di disoccupazione, se superiore. Il reddito garantito dovrebbe tenere conto delle condizioni regionali come l’alloggio, i trasporti e i prezzi dei generi alimentari.

4. Più di 800 sindacati locali hanno approvato l’assistenza sanitaria pubblica  (single-payer health care) e al Congresso è stata proposta una legislazione per l’assistenza sanitaria per tutti. I sindacati nazionali e il centro liberale, invece di unirsi alla lotta per farla approvare, hanno appoggiato l’Affordable Care Act, il regalo dell’amministrazione Obama alle compagnie assicurative. La lotta per la medicina socializzata non è finita, ma non avrà successo fino a quando e a meno che un nuovo movimento operaio e una grande frazione di quello vecchio prenderanno il randello insieme. Questa dovrebbe essere una priorità dei radicals che sperano di rilanciare il movimento operaio.

5. La deindustrializzazione e il deterioramento del cibo venduto nei supermercati hanno dato ai lavoratori una chiara ragione per allearsi con gruppi di attivisti comunitari e avviare le proprie cooperative di produttori e consumatori, che fornirebbero non solo cibo di qualità superiore ma anche buoni posti di lavoro. Invece di affidarsi a istituzioni di capitale finanziario, i lavoratori hanno bisogno di creare cooperative di credito dedicate, in parte, al finanziamento di queste iniziative, determinando l’approccio migliore da uno studio approfondito delle normative federali e statali delle cooperative di credito.

6. La base dovrebbe rivendicare il diritto di creare sindacati di minoranza. Se i sindacati tradizionali rifiutano, il movimento operaio radicale dovrebbe cogliere l’opportunità di sostituire del tutto il vecchio ordine.

7. La lotta contro la discriminazione razziale, di genere ed etnica nelle assunzioni, in particolare nei mestieri specializzati, ha languito per troppo tempo. Una delle illusioni più eclatanti oggi è che tutti i restanti lavori dignitosi richiedano credenziali post-secondarie; questo è tutt’altro che vero. Molti buoni lavori di fabbrica semi-qualificati sono scomparsi, ma ci sono reali carenze di diversi tipi di manodopera prosessionale: fabbricanti di utensili e stampi, fabbri e carrai, tra gli altri. Ci sono posti di lavoro in questi mestieri, ma non per tutti; rimangono in gran parte proprietà dei maschi bianchi. Negli anni ’60 e ’70, quando le organizzazioni indipendenti dei lavoratori neri combatterono attraverso azioni dirette e cause legali per posti di lavoro nell’edilizia e nella produzione di beni qualificati, ci furono alcuni passi avanti, poiché i sindacati di mestiere cercarono di accogliere questi movimenti. Ma le manifestazioni, le interruzioni del cantiere e le sfide legali si sono concluse e sono stati fatti poche ulteriori conquiste. È tempo di riprendere la lotta.

8. Sia i nuovi sindacati che i vecchi dovrebbero esigere e provocare l’organizzazione della vasta e crescente popolazione di lavoratori precari, che tali sindacati siano riconosciuti o meno dai datori di lavoro. Se la maggior parte dei vecchi sindacati continua a sonnecchiare su questo problema, ne devono sorgere di nuovi e intervenire. I leader sindacali tradizionali urleranno il loro disappunto, o almeno “Dual unionism!”, ma se la storia è una guida, una volta che i radicals cominceranno azione indipendente, possiamo aspettarci che anche l’istituzione intervenga. Poi inizia il divertimento.

9. La lunga lotta per la democrazia sindacale deve continuare. Ma i caucus di base non hanno bisogno di assumere la leadership sindacale sotto l’attuale fatiscente legge sul lavoro. Sia la legge originale che il suo emendamento Taft-Hartley devono essere contestati. Sono la ragione principale per cui la richiesta generale di “un contratto decente” è antidiluviana. I gruppi di base devono indirizzare i loro sforzi alla costruzione di alleanze con i 247 centri e organizzazioni di lavoratori esistenti, come Taxi Workers Alliances, Domestic Workers United e National Domestic Workers Alliance, Our Walmart, Restaurant Opportunities Center di New York . Questi sono movimenti senza contratto, ma spesso agiscono direttamente e negoziano con lo stato e i datori di lavoro privati ​​sulle loro richieste, e tali organizzazioni possono essere il modello giusto per un nuovo movimento operaio.

10. Molti sindacati parlano dell’urgente necessità di un movimento operaio veramente globale. Ma anche se i lavoratori cinesi, indiani, bengalesi e greci si impegnano in scioperi di massa e azioni per il lavoro, e i sindacati delle minoranze messicane lottano per salari e condizioni di lavoro dignitosi, il lavoro americano tradizionale continua a restare in disparte. Solo i piccoli ma coraggiosi United Electrical Workers, Steelworkers e Communications Workers of America sono andati oltre i nostri confini per assistere queste battaglie, e i loro sforzi, ad eccezione di UEW, sono sporadici. Uno dei compiti principali del nuovo movimento operaio sarà il superamento del nazionalismo implicito ed esplicito che affligge i lavoratori e i loro sindacati. Un movimento operaio diviso a livello globale sprofonda inevitabilmente nel razzismo. Ricordate le forti lamentele sindacali contro il pericolo giallo, non solo nell’Ottocento, ma anche nel Novecento. Ultimamente, la Cina è stata in gran parte esente da tale reazione a causa degli stretti legami tra le imprese americane e gli imprenditori cinesi e i loro sponsor governativi. Quando questi legami cominceranno a sgretolarsi sotto la pressione dei movimenti operai cinesi insorti, la fantasia del pericolo giallo solleverà di nuovo la sua brutta testa, a meno che non vengano presi provvedimenti per cementare le relazioni tra i lavoratori statunitensi e le insurrezioni cinesi e indiane.

 

Una delle sue ultime iniziative pubbliche:

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