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il luogo comune rovesciato

«I luoghi comuni a rovescio». Per molti essere «originali» significa solo

capovolgere i luoghi comuni dominanti in una certa epoca: per molti questo

esercizio è il massimo della eleganza e dello snobismo intellettuale e morale.

Ma il luogo comune rovesciato rimane sempre un luogo comune, una

banalità. Forse il luogo comune rovesciato è ancora piú banale del semplice

luogo comune. Il bohémien è piú filisteo del mercante di campagna. Da ciò

quel senso di noia che viene col frequentare certi circoli che credono essere

di eccezione, che si pongono come una aristocrazia distaccata dal vivere

solito. Il democratico è stucchevole, ma quanto piú stucchevole il sedicente

reazionario che esalta il boia, e magari i roghi. Nell’ordine intellettuale

Giovanni Papini è un grande fabbricatore di luoghi comuni rovesciati;

nell’ordine politico erano tali i nazionalisti vecchio stile, come Coppola,

Forges-Davanzati, Maraviglia, e specialmente Giulio De Frenzi. Nella stessa

serie intellettuale è da porre il Farinelli col suo lirismo e pateticismo, che

sono piú stucchevolmente pedanteschi che non gli scritti dello Zumbini.

(L’espressione «luogo comune a rovescio» è impiegata da Turgheniev in

Padri e Figli. Bazarov ne enuncia il principio cosí: «È un luogo comune dire

che l’istruzione pubblica è utile, è un luogo comune al rovescio dire che

l’istruzione pubblica è dannosa», ecc.)

 

Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere

 

[uno dei frammenti a me più cari del Quaderni]

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