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Caso De Cecco – Les Paillottes: D’Alfonso cerca di sanare abuso edilizio ma non ci riesce.

dalfonsoLa norma salva-abusi di D’Alfonso questa volta non ha funzionato, ma rimane una “porcata” da abrogare. Il Comune dica NO all’aumento del volume degli stabilimenti deciso dalla Regione. Non ce l’abbiamo con De Cecco perché è un imprenditore ma per gli abusi. Noi gli affideremmo volentieri il rilancio di Guerino  ma…

L’ultima sentenza del Consiglio di Stato rappresenta soltanto l’ennesima sconfitta che il cavaliere Filippo Antonio De Cecco rimedia nei tribunali sulla questione degli abusi edilizi realizzati sulla spiaggia di Pescara. Ricordiamo che De Cecco è stato oggetto di un procedimento giudiziario che si è concluso con una sentenza definitiva nel 2011 con sua condanna penale e disposizione dell’abbattimento degli abusi realizzati.

Come cittadini abruzzesi e pescaresi non possiamo che ringraziare anche in questa occasione la Soprintendenza per aver rimarcato – come da noi sempre sottolineato – che gli abusi realizzati“rappresentano una grave e palese menomazione della fruizione della veduta di costa pescarese” in una zona della città e dell’arenile (Rione Pineta) tutelata dall’art.142 lett. a) d.lgs. 42/2004 per il notevole interesse pubblico del panorama ai sensi del d.m. 13 maggio 1965. Continue reading Caso De Cecco – Les Paillottes: D’Alfonso cerca di sanare abuso edilizio ma non ci riesce.

Rosa Parks non era sola: la vita ribelle di una militante di movimento

rosa parksIl 1° dicembre 1955, lo storico rifiuto da parte di Rosa Parks, una donna afroamericana di 42 anni, di obbedire alla richiesta di alzarsi da un posto riservato ai bianchi sul bus e il suo arresto dettero inizio a un lunghissimo boicottaggio del trasporto pubblico da parte degli afroamericani a Montgomery in Alabama che fece da detonatore per l’impetuoso sviluppo del movimento per i diritti civili negli USA.

Noam Chomsky ha usato questa celeberrima figura e la sua rappresentazione nell’immaginario collettivo per una riflessione su come si sviluppano i movimenti popolari che trovate sull’antologia Capire il potere:

Una delle tecniche per limitare il potere del popolo è quella di cancellare dalla storia i veri agenti del cambiamento, di fare in modo che non siano riconosciuti. Per far questo è necessario distorcere la storia e far credere che siano stati i grandi uomini a fare tutto. In questo modo la gente impara che non è in grado di fare alcunché, che è senza speranza, che deve attendere che appaia qualche grande uomo a risolvere tutti i problemi.

Diamo per esempio un’occhiata al movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. Prendiamo Rosa Parks. Sappiamo che c’era questa coraggiosa donna nera che da un giorno all’altro decise: «Basta, non voglio più sedermi in fondo agli autobus». Be’, questa è una mezza verità, solo mezza. Rosa Parks veniva da una comunità molto ben organizzata, che aveva radici nel Partito comunista e sedi come la Highlander School [una scuola per quadri politici nel Tennessee]*. Rosa mise in atto un piano per combattere la segregazione che era stato però elaborato da un vasto gruppo di persone che lavoravano insieme.

Ma tutto ciò non viene ricordato dalla storia. Ciò che si ricorda è che una donna da sola ha avuto il coraggio di fare qualcosa. Ma del fatto che non fosse sola, nemmeno un accenno. Invece nessuno fa niente da solo. Rosa Parks faceva parte di un gruppo di persone impegnate che avevano lavorato a lungo per il cambiamento. Ed è sempre così che funziona. Continue reading Rosa Parks non era sola: la vita ribelle di una militante di movimento

PESCARA: UN MURO DI CEMENTO SULLA RIVIERA SUD GRAZIE AI POLITICI AMICI

pp2c2La società dei figli dell’avvocato difensore di D’Alfonso e di tanti altri politici abruzzesi ha vinto al Consiglio di Stato e quindi potrà costruire sulla riviera sud (lato mare) accanto alle aree ex-Cofa tre palazzi alti 21 metri. Quando passeranno davanti a quel muro di cemento sul mare i pescaresi potranno prendersela con Comune, Regione e parlamento che hanno fatto di tutto per rendere possibile un intervento illegittimo.

Innanzitutto va detto che la società dei Milia e Mammarella ha vinto perché il Consiglio di Stato ha ritenuto non legittimati i vicini ricorrenti che avevano vinto al TAR. Cosa che non sarebbe accaduta se a ricorrere in difesa della sua pianificazione urbanistica fosse stato il Comune di Pescara. Purtroppo la Giunta Alessandrini si è costituita ma per sostenere il progetto edilizio scegliendo di essere complice e sostenere l’operazione che era stata autorizzata all’epoca della giunta Mascia.

Il TAR aveva bocciato il permesso dando ragione a quanto sostenuto da Rifondazione Comunista: il tribunale amministrativo aveva confermato che le norme del “decreto sviluppo” di Berlusconi, rese permanenti da una pessima legge regionale di recepimento, non si applicano nelle aree sottoposte a piani particolareggiati. Continue reading PESCARA: UN MURO DI CEMENTO SULLA RIVIERA SUD GRAZIE AI POLITICI AMICI

KAMEL DAOUD: L’ARABIA SAUDITA, UN ISIS CHE CE L’HA FATTA

daeshDopo attentati di Parigi anche il New York Times segnala ipocrisia occidentale su Arabia Saudita. 

Daesh nero, Daesh bianco. Il primo taglia gole, uccide, lapida, taglia le mani, distrugge il patrimonio comune dell’umanità e disprezza l’archeologia, le donne e i non musulmani. Il secondo è meglio vestito e più ordinato, ma fa le stesse cose. Lo Stato islamico; l’Arabia Saudita. Nella sua lotta contro il terrorismo, l’Occidente fa la guerra contro l’uno ma stringe la mano all’altro.

Questo è un meccanismo di negazione, e la negazione ha un prezzo: preservare la famosa alleanza strategica con l’Arabia Saudita con il rischio di dimenticare che il regno si basa anche su un’alleanza con un clero religioso che produce, legittima, diffonde, predica e difende il Wahhabismo, la forma ultra-puritana dell’Islam di cui  si nutre Daesh. Il wahabismo, un radicalismo messianico che sorse nel 18° secolo, spera di ristabilire un fantasticato califfato centrato su un deserto, un libro sacro, e due luoghi sacri, La Mecca e Medina. Nato nel massacro e nel sangue, si manifesta in un rapporto surreale con le donne, un divieto contro i non-musulmani di calpestare territorio sacro, e leggi religiose feroci. Che si traduce in un odio ossessivo di immagine e raffigurazione, e quindi dell’arte, ma anche del corpo, della nudità e della libertà. L’Arabia Saudita è un Daesh che ce l’ha fatta. La rimozione dell’Occidente per quanto riguarda l’Arabia Saudita è sorprendente: saluta la teocrazia come sua alleata, ma fa finta di non sapere che è lo sponsor ideologico principale del mondo della cultura islamista. Le generazioni più giovani dei radicali nel cosiddetto mondo arabo non sono nate jihadiste. Esse sono state allattate al seno della Fatwa Valley, una sorta di Vaticano islamico con una vasta industria che produce teologi, leggi religiose, libri e aggressive politiche editoriali e mediatiche. Continue reading KAMEL DAOUD: L’ARABIA SAUDITA, UN ISIS CHE CE L’HA FATTA

ABRUZZO: DEPURAZIONE PESSIMA COME LA POLITICA CHE LA GESTISCE

divieto di balneazione 1ACQUA AVVELENATA E DEPURATORI CHE NON FUNZIONANO: LE RESPONSABILITA’ POLITICHE

“Non ci sono segreti meglio custoditi di quelli che tutti conoscono” George Bernard Shaw

Il dossier del Forum Acqua sul cattivo funzionamento dei depuratori in Abruzzo suscita giustamente indignazione e preoccupazione. Ci teniamo a puntualizzare che se la situazione è questa non è colpa dello spirito santo o del destino.

Se lo stato della depurazione in Abruzzo è da quarto mondo è bene non dimenticare le responsabilità politiche di chi doveva provvedere alla gestione e ai controlli.

Innanzitutto ci riferiamo all’ARTA che avrebbe dovuto fornire alla cittadinanza quei dati da anni in base alla normativa nazionale e regionale (prima norma regionale è del 2008). Soltanto dopo le polemiche estive sulla balneazione e le sacrosante critiche che abbiamo rivolto come Rifondazione Comunista e movimenti per l’acqua ai vertici dell’ARTA chiedendo le dimissioni del direttore politico Amicone finalmente si son decisi a pubblicare dati dei depuratori.

Come ben illustra il dossier del Forum Acqua la situazione è gravissima e conferma il quadro che abbiamo sempre denunciato relativo alla cattiva gestione del servizio idrico integrato nella nostra Regione ( potete leggere e scaricare il DOSSIER DEPURAZIONE IN ABRUZZO: 2011-2015 ANNI ORRIBILI).

Che i depuratori sovente non funzionino o funzionino male è un dato ma è bene chiarire di chi sono le responsabilità politiche. Continue reading ABRUZZO: DEPURAZIONE PESSIMA COME LA POLITICA CHE LA GESTISCE