Il preavviso di diniego da parte della Soprintendenza, il cui parere paesaggistico è fortunatamente ancora vincolante, al progetto del ponte circolare di D’Alfonso è una buona notizia per Pescara e i pescaresi. Condivido parola per parola quanto scrive la Soprintendente facendo riferimento anche al fatto che all’epoca dell’installazione della “nave” fu proprio Pietro Cascella a richiedere di “smantellare la storica balaustra circolare preesistente per non lasciare alcun ulteriore segno costruito tra la nave e il mare”
Per quanto mi riguarda ribattezzerei il progetto dalfonsiano il “Ponte del cesso” considerata la forma e la qualità delle acque. L’idea balzana di collocare un progetto pensato per un’altro contesto ambientale mi è immediatamente apparsa ridicola: questo pontile circolare serve per non bagnarsi i piedi nell’acqua bassa e d’estate calda su cui sovente i dati dell’inquinamento imporrebbero di apporre il divieto di balneazione?
Lasciando da parte gli scherzi trovo che sia un progetto assolutamente sbagliato perché va a chiudere la vista sul mare in uno dei pochi rari punti in cui è libera dalle costruzione ipertrofiche che politicanti sempre in cerca di voti hanno consentito di realizzare.
Come sottolinea la Soprintendenza: “il progetto risulta ALIENO all’ambito paesaggistico tutelato atteso anche che lo spazio di spiaggia libera antistante Largo Mediterraneo è uno dei pochi dell’intera riviera pescarese a non essere stato occupato da strutture legate al turismo balneare”.
Speriamo che il NO della Soprintendenza chiuda questa vicenda e spinga il Presidente e il Comune a un ravvedimento operoso.
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