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“Negli anni della sua dominazione il fascismo tedesco ha trasformato in deserto intere regioni e interi territori, ha distrutto le capitali di molti stati europei e centinaia di città, e ha ridotto in cenere decine di migliaia di paesi e villaggi. Negli anni della sua dominazione il fascismo tedesco ha spento milioni di vite umane. Se passiamo in rassegna con l’immaginazione gli stati europei assoggettati ai nazionalsocialisti, se richiamiamo alla mente i crimini efferati che vi sono stati perpetrati e cerchiamo di stimare le immani proporzioni della devastazione che ha colpito i beni culturali, patrimonio comune dell’umanità, siamo allora tentati di credere che tutto ciò non sia stato altro che un atto di follia, il prodotto di un ottenebramento dello spirito. E’ come se in questi anni sull’Europa avessero dominato forze primordiali, forze del caos, simili a un uragano irrefrenabile. E’ questa l’impressione che sorge spontanea: tanto disumani sono i crimini commessi, tanto insensate e colossali le devastazioni compiute. Si potrebbe pensare che l’intelletto umano non vi abbia avuto parte, poiché tutto contraddice la sua natura. Ma non è così. La tempesta che si è abbattuta sull’Europa non è sorta spontaneamente. Essa ha avuto i suoi artefici. Quelle crudeltà, senza precedenti nell’intera storia del genere umano, trovavano giustificazione nei vaniloqui dei teorici del razzismo e del Lebensraum, lo spazio vitale del popolo tedesco. Tali dottrine furono elaborate e diffuse dai capi del fascismo tedesco, Hitler, Goring, Rosenberg, Streicher, Goebbels e molti altri. Per suffragare la teoria della razza furono scritti centinaia di libri, fondati istituti di ricerca e istituite cattedre. I suoi propugnatori stravolsero gli elementi della storia antica e moderna, del diritto, delle leggi dello sviluppo economico, della storia della filosofia e della cultura, delle confessioni religiose, delle concezioni etiche e morali dell’umanità. Oggi i popoli della terra sanno ciò che si cela dietro le teorie della razza e del Lebensraum, dietro il diritto e l’etica fascisti e dietro tutti gli altri fondamenti dell’ideologia fascista. Le rovine dell’Europa e le innumerevoli fosse comuni ne costituiscono la tangibile testimonianza. (…) Dal primo giorno del loro insediamento al potere, e già al tempo della lotta per la sua conquista, i fascisti indicavano gli ebrei come fonte di ogni male del genere umano.
I propugnatori della teoria della razza ricorsero a ogni mezzo: menzogne, calunnie insensate, pregiudizi sopravvissuti dal lontano Medioevo, argomentazioni provocatorie di una pseudoscienza fanatica; in breve: l’intero arsenale di cui si servono da secoli la reazione, gli oscurantisti e i briganti della politica, che vogliono occultare al popolo gli scopi reali e gli autentici moventi delle loro criminose macchinazioni. Perché in ogni tempo la reazione ha inalberato la bandiera del’antisemitismo? Perché non ha mai difeso gli interessi delle masse popolari, perché ha servito sempre e soltanto gli interessi di singoli gruppi privilegiati, perché opera contro gli interessi del popolo, contro le leggi oggettive dello sviluppo sociale, contro la verità. In simili circostanze, qualsiasi appello alla ragione della società, al senso della giustizia, alle leggi dell’umanitarismo e della democrazia non è ovviamente concepibile. In simili circostanze si alimentano pregiudizi, si diffonde la menzogna, si dà libero corso agli istinti più bassi, si ricorre all’inganno e si esercita la più sfrenata demagogia. Per questo, quando si accinse a precipitare i popoli d’Europa in una guerra fratricida, il fascismo tedesco fomentò l’odio razziale, riaccese fantasie antisemite e rianimò antichi pregiudizi, ingannando il popolo. Con tali mezzi riuscì a offuscare la coscienza delle masse popolari della Germania, a consolidare in loro l’illusione di una pretesa superiorità del popolo tedesco sugli altri popoli e a istillare in esso crudeltà, tracotanza e disprezzo per il genere umano canadianviagras.com. Tutto ciò era diretto a colpire e cancellare l’idea di fratellanza tra tutti i lavoratori del mondo”.
Vasilij Grossman, prefazione al Libro nero: il genocidio nazista nei territori sovietici 1941-1945
 A Roma sta accadendo un fatto politico gigantesco. Il principale partito di opposizione, finora ambiguo sui temi più spinosi, sceglie per il governo della Capitale di affidare a uno dei più combattivi urbanisti di sinistra e ambientalisti l’assessorato all’urbanistica nella città in cui la sottomissione della politica di centrosinistra e centrodestra ai palazzinari è stata trasversale e costante da decenni.
Non posso che fare i complimenti alla Raggi. Se il M5S propone Paolo Berdini come assessore all’urbanistica a Roma penso che ogni persona di sinistra e ogni ambientalista non possa che andare a votare per la Raggi.
A mio parere anche senza Paolo per dare una sonora lezione a Renzi e mandare all’opposizione il partito trasversale degli affari bisognerebbe votare M5S al ballottaggio. Comprendo però che in molti trovino le ambiguità su temi importanti e il qualunquismo del M5S fastidiosi. ma con la proposta di Paolo il M5S sceglie non solo nel programma ma anche nelle persone di dare un profilo al governo della città che non possiamo che apprezzare.
L’indicazione di un compagno come Paolo all’urbanistica significherebbe, a tanti anni da Petroselli, togliere dalle grinfie dei palazzinari e della speculazione la loro capitale immorale e portare al governo della città il meglio della cultura di sinistra e ambientalista.
A questo punto ritengo che non ci possa essere equidistanza astensionistica.
Confido che Stefano Fassina e le compagne e i compagni che hanno faticosamente costruito SinistraxRoma a questo punto si schierino nettamente per un voto convinto di sinistra al ballottaggio.
Spero che lo facciano almeno l’Altra Europa e il PRC.
Ai compagni romani spetta la decisione ma ritengo che non si può non considerare un fatto politico come questo.
Oggettivamente con l’ingresso in giunta di Paolo Berdini – il cui valore politico va aldilà dell’urbanistica – il profilo della proposta assume un segno che non può lasciarci indifferenti. Anzi dovrebbe entusiasmarci.
E sarebbe miope mostrare quella chiusura settaria e integralista che contestiamo sempre al M5S o anteporre gli equilibri interni di SEL-SI o di qualunque altro ai doveri che ci competono.
Paolo Berdini è un compagno. E’ uno di noi. Ed è uno di quelli che le battaglie le ha sempre fatte con competenza e passione civile con libri, dossier, articoli sulle pagine del Manifesto e ovunque possibile, davanti alle telecamere di Report, in mille riunioni e convegni, sempre a disposizione di comitati e associazioni, movimenti. E’ uno di sinistra sul serio, non per finta.
Paolo Berdini ha raccontato per anni i guasti che l’intreccio tra neoliberismo e politica corrotta o subalterna hanno prodotto nelle nostre città (e non solo in campo urbanistico!).
Non lo scrivo solo perchè è un vecchio amico a cui rompo le scatole da anni ogni volta che mi serve un supporto scientifico in qualche battaglia urbanistica. Lo scrivo perché la verità è rivoluzionaria: proponendo Paolo all’urbanistica M5S fa nei fatti una scelta di campo a Roma che vale più di mille slogan. E penso che sia dovere sostenerla. Non capiterà facilmente un’altra occasione del genere.
Continue reading Perchè al ballottaggio voterei Raggi, anzi Berdini
Il giornale inglese Guardian ha chiesto a vari intellettuali europei di scrivere una lettera alla Gran Bretagna in vista del referendum sull’uscita dall’Unione Europea (Brexit). Ho tradotto quella del filosofo comunista sloveno Slavoj Zizek.Â
Cara Gran Bretagna,
Quando chiesero a Stalin alla fine del 1920, quale fosse peggio, la destra o la sinistra, rispose seccamente: “Sono entrambi peggio!” E questa è la mia prima reazione alla domanda se lasciare o no l’UE.
Non mi interessa inviare lettere d’amore al pubblico britannico con il messaggio sentimentale: “Per favore rimanete in Europa!”. Quella che mi interessa è in ultima analisi, solo una domanda. Continue reading Cara Gran Bretagna…. Una lettera di Slavoj Zizek sulla Brexit

Dall’Abruzzo guardiamo con interesse alle prossime elezioni amministrative partenopee perchè pensiamo che Napoli sia oggi l’esempio di un territorio resistente capace di mettere insieme le istanze provenienti dal basso della società meridionale.
Un esempio di come il sud e il suo popolo possa alzare la testa e con orgoglio candidarsi ad essere un motore di rinnovamento per la democrazia e per un modello di sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile. Per questo prendiamo parola e chiediamo ai nostri amici e alle nostre amiche di Napoli di confermare quella irriverente sperimentazione iniziata 5 anni fa, quando un movimento di popolo ha eletto Luigi De Magistris a sindaco della città . I sud europei stanno vivendo un periodo di schiacciamento e di povertà nell’Europa a trazione tedesca. Un’Europa a due velocità che trasforma le periferie e i Paesi mediterranei in un laboratorio di imposizione violenta di un modello neoliberista senza democrazia, come in Grecia.
Territori su cui vengono scaricati i costi dello sviluppo industriale in declino. Spagna, Grecia, Portogallo e sud Italia sono luoghi inquinati, con percentuali di disoccupazione altissime e la fuga costante dei nostri giovani. La sanità pubblica e l’istruzione subiscono tagli costanti.
L’economia mafiosa definisce, qui, un modello di sviluppo perverso, che miete vittime innocenti mentre genera enormi profitti per pochi. Ma a Napoli negli ultimi anni abbiamo visto qualcosa di nuovo che ci permette di pensare al sud non solo come un territorio depresso dal quale fuggire. Il popolo napoletano e Luigi De Magistris ci dicono che è possibile invertire la rotta di questo destino triste. Continue reading Con De Magistris e la democrazia: il futuro si costruisce insieme
2 giugno 1946
Una giornata storica può essere, anche per uno dei suoi protagonisti, una giornata noiosa. Tale è stato per me il 2 giugno. Giornata storica, perché è quella del referendum istituzionale e della elezione della Costituente. Giornata noiosa perché, uscito per votare alle otto alla sezione 350 di via Antonio Serra (un quartiere popolare di Tor di Quinto), sono poi restato tappato in casa tutta la giornata.
È comunque e in ogni caso la “mia†giornata. A essa è legata l’opera mia di capo di partito e di ministro.
L’articolo che ho scritto stamani per l’ “Avanti!â€, si intitola: “Una pagina si chiudeâ€. È vero per il paese. E vorrei che fosse vero anche per me.
Romita mi ha telefonato che in tutto il paese c’è calma assoluta e larga partecipazione di elettrici ed elettori.
Trascorro la serata in solitaria attesa leggendo “Le zéro et l’infini†di Koestler. È il romanzo dei processi di Mosca. Koestler, che fu condannato a morte in Spagna, è un eretico della chiesa comunista. Il dramma sta tutto in queste due battute di dialogo fra due detenuti (il 402): “L’honneur c’est vivre e mourir pour ses convictions. Rubasciov: “L’honneur c’est se rendre utile sans vanitéâ€. Sento alla maniera del primo, penso come il secondo.
Pietro Nenni – Diari
Un pensiero a mio padre che si definiva “socialista di Nenni” e che quel giorno immagino l’abbia vissuto con immensa gioia e speranza.
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