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Regione ‎Abruzzo‬: su compagni di Sel un po’ di coraggio! uscite dal caravaserraglio!

dalfonso 2Trovo francamente ingiusta la scelta di D’Alfonso di mettere fuori dalla giunta SEL per fare spazio a uno dei trasformisti del centrodestra che ha imbarcato in campagna elettorale.
E’ noto che io non ho condiviso la decisione di Sel di dividere la sinistra per andare ad allearsi con D’Alfonso ma proprio per la vocazione alla fedeltà al centrosinistra del partito guidato da Gianni Melilla in Abruzzo sarebbe stato doveroso un minimo di rispetto da parte del Presidente.
Invece per fare spazio a Gerosolimo non si sostituisce un assessore del PD ma un fido alleato, l’assessore di Sel che dovrà accontentarsi di fare il factotum di D’Alfonso senza alcuna autonomia politica visto che non avrà più deleghe proprie.
Il rimpasto della giunta regionale dimostra che ho fatto bene a definire in campagna elettorale “caravanserraglio” la coalizione messa insieme da D’Alfonso.
Avevo detto che non era possibile costruire un progetto credibile di rinnovamento con questi personaggi e infatti dopo un anno bisogna rimescolare la giunta cedendo ai ricatti di uno dei tanti transformers arruolati dal presidente per stravincere nel suo progetto di potere personale che non ha nulla a che fare con la politica e i programmi.
Sommessamente invito i compagni e le compagne di Sel, con cui si sta avviando a livello nazionale un progetto di costruzione di un soggetto unitario della sinistra alternativo al PD renziano, se non sia arrivato il momento di rivedere la propria collocazione nella maggioranza in Abruzzo.
Francamente alla sinistra gioverebbe assai più avere un consigliere regionale di opposizione che un ruotino di scorta di D’Alfonso.
Quella che manca oggi in Consiglio è proprio una competente e combattiva opposizione di sinistra.
Non capisco davvero come possano ancora rimanere nella maggioranza dalfonsiana i compagni di Sel.
Non sarebbe il caso di uscire dal caravanserraglio? Basta solo un po’ di coraggio.
Lasciatelo solo con i suoi gerosolimi. La sinistra si ricostruisce da un’altra parte.

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C’è moda e modo*: Billy Bragg e Jeremy Corbyn

corbyn billyBilly Bragg e Jeremy ‪#‎Corbin‬ cantano la Bandiera Rossa inglese oggi dopo la vittoria alle primarie sul palco della manifestazione a favore dei ‪#‎rifugiati‬.
Senza l’eredità di secoli alle spalle non si va da nessuna parte.

(…) And ere their limbs grew stiff and cold
Their hearts’ blood dyed to every fold

So raise the scarlet standard high
Beneath its folds we’ll live and die
Though cowards flinch and traitors sneer
We’ll keep the red flag flying here

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La vittoria di Jeremy Corbyn

corbyn-winLa vittoria di un candidato dichiaratamente socialista, internazionalista, antiliberista come Jeremy Corbin nelle primarie del Labour Party è un evento epocale come lo è stato all’inizio di questo formidabile 2015 la vittoria di un partito della sinistra radicale come Syriza in Grecia. Non è un caso che Corbyn abbia definito la sua campagna parte di un’ondata antiliberista che va da bernie Sanders in USA a Syriza e Podemos in Europa. Intorno alla candidatura di Corbyn si sono coagulate non solo le sinistre interne al Labour e i sindacati ma anche il resto della sinistra radicale. Il giornale del partito comunista Morning Star ha titolato alla vigilia del risultato che “la politica britannica è cambiata per sempre“. Il Socialist Workers Party si complimenta: “I blairiani stanno piangendo, noi applaudendo” ricordando però che la stragrande maggioranza dei parlamentari laburisti sono contro Corbyn. Probabilmente la durezza con cui l’establishment europeo ha colpito la Grecia deriva dalla sensazioen che in Europa il consenso intorno alle politiche neoliberiste comincia a traballare sul serio. Owen Jones sul Guardian ha definito la vittoria di Corbyn un “incredibile successo politico” ma avverte che le difficoltà maggiori cominciano ora: “Le sfide ora che deve affrontare da un partito laburista guidato da Corbyn sono assolutamente enormi. Quelli che sono stati ispirati dal suo messaggio devono fare di più che votare per lui (…) E’ un movimento popolare che ha catapultato Corbyn alla cima. Se voi l’avete sostenuto, adesso avete una responsabilità. Diventate attivi, costruite un movimento nella vostra comunità e iniziate ad organizzarvi per conquistare coloro che non sono convinti”. Nè Corbyn nè Tsipras possono fare miracoli ed il problema non è mitizzarli e poi gettarli via passata la moda del momento in cerca della next big thing. Intanto oggi godiamoci la sconfitta dei blairismo e la vittoria di un compagno che saluta col pugno chiuso e canta Bandiera Rossa. Ho tradotto il testo di un volantone che Left Unity, il partito di sinistra radicale nato nel 2013 dopo appello di Ken Loach, ha distribuito oggi dopo la notizia della vittoria di Corbyn. Il titolo rende il clima che c’è nella sinistra inglese: La vittoria del popolo: tutto è possibile. Buona lettura!

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Memed Aksoy: A(Y)LAN KURDI E LA QUESTIONE CURDA*

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“Quando le parole non bastano, dobbiamo agire”

A volte il destino di un bambino viene scritto 100 anni prima di nascere. Alcuni riterranno che questo sia un approccio riduzionista o fatalista, ma qui non stiamo parlando di un destino divino, stiamo parlando di forze storiche, politica, potere, egemonia, sfruttamento economico e colonialismo.

Il mondo guarda inorridito l’immagine del  bambino di 3 anni  A(y)lan Kurdi, trascinato dalle onde annegato sulle rive del Mediterraneo, a poche miglia di distanza dal Teatro Antico dove le più grandi tragedie greche sono state rappresentate  millenni fa. Si tratta di una tragedia moderna , un viaggio che potrebbe rivaleggiare con qualsiasi cosa scritta da Omero o Eschilo, salvo che non ci sono eroi o eroine in questa commedia. Gli dèi stanno a guardare dal cielo, impassibili e potenti, mentre il coro si è stancato di recitare la stessa storia. Proprio come il personaggio è il destino, la storia è fato; ci sono solo piccole aperture, momenti di caos per il cambiamento. Continue reading Memed Aksoy: A(Y)LAN KURDI E LA QUESTIONE CURDA*

D’ALFONSO CONTRO BAMBI: SI POTRA’ SPARARE ANCHE A CERVI E CAPRIOLI

bambiCi aveva provato Febbo ma lo avevamo bloccato, ora lo fa il PD mentre Sel e M5S dormono

Nella passata legislatura più volte l’allora assessore Mauro Febbo su pressione di alcune associazioni venatorie aveva tentato di introdurre in Abruzzo la caccia a cervi e caprioli.

E tutte le volte era stato bloccato da Rifondazione Comunista e dagli ambientalisti, con miei ricorsi al collegio delle garanzie statutarie quando provava ad aggirare il Consiglio Regionale e con l’ostruzionismo quando provava a inserire nel regolamento per la gestione faunistico – venatoria degli ungulati.

Ora che Rifondazione Comunista e Verdi non sono più in Consiglio Regionale e al posto di Chiodi c’è D’Alfonso nel regolamento vendono inseriti cervi e caprioli tra gli ungulati su cui si può sparare in quella che dovrebbe essere la Regione Verde dei Parchi.

La destra non riuscì a far sparare a Bambi, ma anche in questo campo a realizzare il programma di Forza Italia ci pensa il PD ovviamente con il supporto del centrodestra.

C’è da domandarsi cosa stiano facendo partiti che si dicono ambientalisti, come M5S e Sel che è addirittura in giunta, se gli passano sotto il naso cose di questo genere.

La modifica del Regolamento ungulati è stato pubblicato sul BURA n. 33 del 9 settembre con Decreto del Presidente. Continue reading D’ALFONSO CONTRO BAMBI: SI POTRA’ SPARARE ANCHE A CERVI E CAPRIOLI