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Cannabis terapeutica: a Firenze la danno anche a bambini, in Abruzzo rischi galera come Pellegrini

cannabis terapeutica abruzzoOggi sul quotidiano il manifesto è uscito un mio articolo sul caso di Fabrizio Pellegrini e la mancata applicazione della legge regionale sulla cannabis terapeutica in Abruzzo. A Firenze danno farmaci a base di cannabinoidi anche ai bambini, in Abruzzo si rischia la galera. Eppure hanno “copiato” la nostra legge!  Il problema non è solo la Giunta D’Alfonso ma anche l’atteggiamento del governo che dovrebbe garantire l’erogazione in tutto il territorio nazionale.

Tutto bene, ministra Lorenzin?

di Maurizio Acerbo*

Regione Abruzzo. Ho perso il conto di persone disperate che mi contattano e raccontano le loro traversie. Come R.S. che con un compagno affetto da adenocarcinoma polmonare, non operabile, con metastasi ossee girava per l’Italia per procurarsi preparati costosissimi per la sua modesta pensione. Potrei continuare all’infinito e la questione non riguarda soltanto l’Abruzzo e l’insensibilità della giunta di Luciano D’Alfonso

L’assurda detenzione di Fabrizio Pellegrini ci ricorda che in Italia alla gran parte dei pazienti è negato l’accesso alla cannabis terapeutica. Anzi questi cittadini vengono trattati spesso da criminali. Sono costretti a rinunciare pur avendo ricevuto dai medici stessi informazioni sull’effetto positivo di cui potrebbero giovarsi. Oppure debbono rifornirsi sul mercato estero a prezzi proibitivi. Per non parlare di quelli che, come Fabrizio, non avendo i soldi per pagare ricorrono all’autocoltivazione o al mercato nero rischiando di essere perseguiti dalla “giustizia”.

A volte i giudici si mostrano sensibili come nel caso di Gianni Adriano, un giovane di Introdacqua arrestato dai carabinieri, affetto da una grave forma di cefalea a grappolo. Pm e gip di Sulmona disposero l’archiviazione dopo avere visionato il piano terapeutico. Proprio la madre tempo fa lamentava il costo dei farmaci e le difficoltà con la Asl. Una situazione inaccettabile.

È ancora più assurdo che Fabrizio o Gianni Adriano siano stati arrestati in una regione come l’Abruzzo, dove una legge di cui sono stato proponente è stata approvata nel gennaio 2014 e prevede l’erogazione da parte del servizio sanitario su prescrizione iniziale di uno specialista. Dopo anni di discussioni ottenne il voto favorevole da parte della maggioranza di centrodestra e dell’intero consiglio. La nuova giunta regionale di “centrosinistra” (Pd-Sel- centristi vari) in più di due anni non ha mosso un dito per applicare la legge considerata «più avanzata» in Italia. Eppure la Regione Toscana, il cui Consiglio riprese dalla legge abruzzese con celerità le parti più innovative, eroga farmaci e preparati galenici a un gran numero di pazienti e non dovrebbe essere difficile chiedere lumi ai colleghi. È notizia di pochi giorni fa che a Firenze il centro di Santa Maria Nuova assiste con cannabis circa 200 pazienti tra cui anche bambini.

Ho perso il conto di persone disperate che mi contattano e raccontano le loro traversie. Come R.S. che con un compagno affetto da adenocarcinoma polmonare, non operabile, con metastasi ossee girava per l’Italia per procurarsi preparati costosissimi per la sua modesta pensione. Potrei continuare all’infinito e la questione non riguarda soltanto l’Abruzzo e l’insensibilità della giunta di Luciano D’Alfonso.

È tollerabile ancora una situazione in cui l’accesso a cure sui cui effetti positivi nessuno recrimina – nemmeno Giovanardi! – debba dipendere dalla fortuna di vivere in una regione piuttosto che in un’altra? È accettabile che i pazienti debbano rivolgersi ai tribunali per ottenere il diritto alla cura come accadde sempre in Abruzzo, ad Avezzano nel 2010, con la prima sentenza che riguardava un malato di sclerosi multipla?

È evidente che in Italia non vi è stato – nonostante le vanterie della ministra Lorenzin – un effettivo via libera all’uso terapeutico dei farmaci e dei preparati galenici a base di cannabinoidi. La ministra che si oppone alla proposta di legge per la legalizzazione oggi all’attenzione del parlamento, in realtà continua a ostacolare anche il diritto – che pure a parole riconosce – dei cittadini a curarsi. Quando il governo Renzi decise di non impugnare la legge dell’Abruzzo la ministra si affrettò a dichiarare che «la mancata impugnativa è una non notizia. Ricordo che in Italia l’uso terapeutico di cannabinoidi è pienamente legittimo».

Peccato che continui a essere inaccessibile alla gran parte dei malati che non possono permetterselo!

Le evidenze scientifiche e le esperienze estere hanno suggerito alla ministra – e a quelli che come lei si ostinano nella difesa del proibizionismo sulla cannabis – a non perdurare in un atteggiamento di proclamato rifiuto ideologico dell’uso terapeutico. Ma la loro benevola negligenza e le direttive con cui tendono a restringerne l’utilizzo continuano a far danni nelle vite di tante persone.

Il mio amico Osvaldo davanti a una bistecca ad una festa di Liberazione mi ha raccontato che prima non riusciva a mangiare né a dormire. La sua vita è cambiata da quando la Asl gli fornisce il preparato per la tisana. Perché tanti altri pazienti devono vedersi negato un diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione?

* Segreteria nazionale Prc, ex consigliere della Regione Abruzzo

Intervista a Radio Radicale

DICE TOTO: I SOLDI SONO PRIVATI? CERTO, QUELLI DEI CITTADINI CHE PAGANO IL PEDAGGIO!

toto dalfonsoLa lettura ieri sui quotidiani abruzzesi delle argomentazioni dell’ad di Toto Ramadori non può che suscitare un misto di rabbia e ilarità.

Possibile che i Toto ci considerino così sprovveduti? Ramadori davvero si arrampica sugli specchi pur di giustificare un progetto che non avrebbe mai dovuto presentare e soprattutto che il presidente della Regione non avrebbe mai dovuto sponsorizzare. Tutto è possibile in Abruzzo visto che in un paese del Nord Europa uno come D’Alfonso con le cose venute fuori nei processi non l’avrebbero candidato neanche all’amministrazione di un condominio per il palese legame con un’impresa così influente sul territorio. Un tale palese conflitto d’interesse avrebbe dovuto indurre il presidente ad evitare di sostenere il progetto dell’azienda di famiglia.
LA MINACCIA. Ramadori minaccia e annuncia che i Toto se ne vanno se non ottengono la proroga della concessione. Un ricatto che non vedo perchè debba impensierire gli abruzzesi. Non c’è nessun altro che sa gestire un’autostrada? E se per caso l’autostrada tornasse a gestione pubblica sarebbe un dramma? D’Alfonso comunque già sta lavorando a livello europeo per ottenere proroga.

PROGETTO FANTASMA. Ramadori ci comunica che il progetto sarebbe cambiato di nuovo: un tentativo di depotenziare la protesta che monta. E un segno della mancanza di trasparenza di un’operazione sgangherata che è potuta andare avanti solo perchè i Toto attraverso D’Alfonso hanno conquistato il governo regionale.Ora che abbiamo fatto conoscere il progetto e i disastri che comporterebbe cambiano le carte in tavola. A proposito dove sono i nuovi presunti elaborati progettuali?

CAMION IN FIAMME. Il motivo per cui bisogna far lavorare la costosissima talpa di Toto e realizzare decine di km di gallerie sarebbe quello di evitare che i mezzi pesanti vadano a fuoco mentre attraversano le montagne abruzzesi. Però non ci risulta che sia venuta dagli autotrasportatori la richiesta dell’opera anzi che importanti associazioni di categoria si siano dichiarate apertamente contrarie.

LE PIRAMIDI DI TOTO. Per creare consenso in tempi di alta disoccupazione Ramadori spara un numero di occupati nel cantiere spropositato (20.000!) come se oggi si usassero le tecniche degli antichi egizi. Le gallerie le faranno con martello e scalpello? Trascineranno i blocchi di roccia con funi e carretti?

I SOLDI. Poi Ramadori tira fuori un’autentica perla: “qui si mettono capitali privati, mentre per la ferrovia sarebbe lo Stato a dover investire”. Ramadori dimentica di dire che i soldi li metteranno i cittadini con i pedaggi mica Toto che in materia (non metterci i soldi suoi) è un vero esperto. Consiglierei di verificare come Toto si è pagato la concessione autostradale. Continue reading DICE TOTO: I SOLDI SONO PRIVATI? CERTO, QUELLI DEI CITTADINI CHE PAGANO IL PEDAGGIO!

Cannabis: ministra Lorenzin è anche colpa sua se i “bambini” fumano schifezze

Le argomentazioni della ministra Lorenzin contro la legalizzazione della cannabis sono grottesche. Farsi scudo dei bambini, come già accaduto con le unioni civili, è il solito giochetto cinico e propagandistico per fare leva su paure e emotività. In primis perchè, come ammette anche esagerando sull’età la stessa ministra, i ragazzi la marjuana già la fumano nonostante il proibizionismo. ma soprattutto perchè in realtà è proprio il proibizionismo a mettere in pericolo la salute dei ragazzi. Infatti oggi sono in circolazione, fuori da qualsiasi controllo sanitario e merceologico, schifezze pericolose perchè il mercato è gestito da mafie e criminalità che per fare affari mischiano marijuana 0 hashish con altre sostanze. In caso di legalizzazione i consumatori potrebbero fumare erba che si autocoltivano o acquistarne di qualità accertata riducendo i rischi sanitari.
Farei inoltre presente alla ministra le decine di migliaia di persone che nel corso degli anni sono state sottoposte a persecuzioni giudiziarie che non giovano certo alla salute: inviterei a ricordare i casi di quelli come Aldo Bianzino che sono morti in carcere per due piante di Marijuana o dei tanti altri suicidatisi per la vergogna o lo shock dopo l’arresto.
Quanto alla cannabis terapeutica la ministra ha fatto male e in ritardo solo il proprio dovere. Considerato che da anni è stato riconosciuto dal Ministero il valore terapeutico della cannabis è vergognoso che oggi alla stragrande maggioranza dei pazienti in Italia venga negato ancora l’accesso ai farmaci e ai preparati galenici a base di cannabinoidi. Lo dico essendo stato io l’autore della prima legge regionale – quella abruzzese ancora peraltro inattuata – che prevedeva la coltivazione, la produzione e l’erogazione da parte del servizio sanitario della cannabis che meritoriamente la ministra Lorenzin e il governo non impugnarono.
Proprio la tutela dei malati e in generale dei consumatori imporrebbe a una ministra della salute l’abbandono di atteggiamenti oscurantisti e false prudenze che seminano soltanto danni.

Maurizio Acerbo, segreteria nazionale PRC-SE, ex-consigliere regionale Abruzzo

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Vi­ctor Serge: Necessità di un rinnovamento del socialismo (1944)

serge-couvHo tradotto un testo scritto da Victor Serge durante l’esilio in Messico nell’aprile del 1944. Per saperne di più consiglio la pagina facebook che ho creato dedicata a quello che Mike Davis ha definito “probabilmente il più grande scrittore operaio del XX secolo”. Le sue Memorie di un rivoluzionario sono un libro fondamentale, imprescindibile. 

Nulla permane stabile nel mondo per trent’anni. La storia permette solo un’ apparente stabilità  ai dogmi religiosi. Né la scienza né la produzione, né i movimenti intellettuali né i movimenti sociali possono contentarsi oggi con le migliori formule di trent’anni fa. O di 20 anni fa …Per quello che si riferisce al socialismo, che era l’idealismo più vivo della società  capitalista e la concezione più audace delle classi interessate alla trasformazione della società, è evidente che potrÃà  rivivere solo al prezzo di un riarmo ideologico, di un rinnovamento in breve, di un vasto sforzo dinamico di ricerca e di creazione. Che un tale sforzo verrà  fatto e darà  una rapida nascita a nuovi movimenti influenti, lo dà per più che probabile. La povertà  del socialismo tradizionale in realtà  coincide con la immensa crisi rivoluzionaria del mondo moderno, che mette inevitabilmente – a prescindere dall’azione del socialismo – all’ordine del giorno dell’intera umanità  il problema di una riorganizzazione sociale orientata verso il razionale e il giusto.
Pur non essendo un movimento filosofico (dal momento che la trasformazione della società  è sempre il lavoro del pensiero pratico), il socialismo è una filosofia che può essere definita in due parole: materialismo e dialettica. Dopo Marx, Engels, Bakunin e Kropotkin la concezione della materia è stata trasformata; la dialettica ci viene presentata oggi come un ottimo metodo di pensiero pratico (Engels e Lenin hanno visto in essa la stessa legge fondamentale dello sviluppo della natura). Al contrario la psicologia a malapena esisteva nei giorni della formazione del socialismo; oggi nessuno studio dei fatti sociali può farne a meno.
La lotta di classe ha perso il suo schematismo del secolo passato. Il datore di lavoro ha lasciato il posto all’azionista e al magnate del trust; o al funzionario dello stato totalitario. Il proletariato è diviso in aristocrazia operaia e in sottoproletariato di operai disoccupati e operai non qualificati. Le vecchie classi medie disgregate han dato luogo a uno strato sociale, la cui importanza nella produzione aumenta quotidianamente: quella degli amministratori e dei tecnici. Continue reading Vi­ctor Serge: Necessità di un rinnovamento del socialismo (1944)

TOTO – CENTRO: IL FATTO RIPRENDE ALLARME PRC MA IN ABRUZZO INQUIETANTE SILENZIO

DSC02761MEGA-PROGETTO DI TOTO NON RIGUARDA SOLO ALCUNI COMUNI: QUESTIONE DI RILEVANZA REGIONALE E NAZIONALE

Resoconto conferenza stampa Rifondazione Comunista, Pescara 22 luglio 2016

Il mega-progetto da 5,7 miliardi di euro e decine di chilometri di gallerie presentato da Toto al Ministero non è questione che riguarda solo alcuni comuni che comunque bene fanno a far sentire la propria voce. La questione ha una rilevanza regionale e nazionale.
Si tratta di uno dei principali interventi infrastrutturali in Italia dall’impatto ambientale e paesaggistico enorme e i cui costi ricadrebbero in primo luogo sui cittadini abruzzesi che già da anni subiscono il rincaro dei pedaggi. Non vi sono ragioni di interesse pubblico che giustifichino questa operazione e la messa in sicurezza dell’autostrada appare come la scusa per garantirsi l’allungamento per decenni della concessione e un appalto gigantesco.

L’affare è solo per Toto, mentre per gli abruzzesi ci sarebbe l’assurdità di nascondere alla vista di potenziali turisti la bellezza del nostro paesaggio e delle nostre montagne facendoli passare per decine di chilometri sottoterra.
Contro questa operazione è bene che si crei una grande coalizione ambientalista, civica, sociale e politica per la difesa del nostro territorio che avrebbe bisogno semmai di migliori collegamenti ferroviari con la capitale. C’è bisogno per difendere l’Abruzzo da questo scempio che si crei un movimento come quello che abbiamo costruito per fermare il terzo Traforo del Gran Sasso, il Centro Oli di Ortona e Ombrina.

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