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Remo Ceserani: Elogio dell’ecclettismo

 

ceseraniPer ricordare Remo Ceserani il sito di letteratura Le parole e le cose ha pubblicato un suo intervento che condivido. Di Ceserani non ho mai letto un libro ma i suoi articoli sul Manifesto me ne han fatti scoprire tanti. RIP

Siamo in un periodo in cui i fondamentalismi stanno invadendo le nostre vite; non solo i fondamentalismi religiosi, ma anche i fondamentalismi del pensiero, gli autoproclamati custodi dei nostri valori, gli autonominati legislatori dei nostri comportamenti e della nostra condotta sociale e morale. I fondamentalisti religiosi sono pericolosi, soprattutto quelli che prendono alla lettera la Bibbia e il Corano in modi spesso grotteschi, ignorando qualsiasi apporto della filologia e della storia su chi ha scritto quei libri: non certo Dio o Allah, ma uomini come noi, abili redattori e manipolatori delle parole pronunciate oralmente da profeti e maestri spesso analfabeti, scribi che le hanno registrate in pagine scritte, gradualmente rese immutabili e canoniche, da riassumere in catechismi, da imparare a memoria.

Ma anche i fondamentalisti del pensiero sono pericolosi. La libertà di parola viene continuamente condizionata dalle arti retoriche della persuasione. La libertà di pensiero stenta a staccarsi dalla parola e a muoversi liberamente fra le esperienze, le emozioni, la materialità della vita.

Siamo in un periodo in cui credo sia doveroso ribellarsi alle filosofie scolastiche rigide e chiuse, al dogmatismo degli uni e al pragmatismo degli altri, alle costruzioni misticheggianti della tradizione neo-platonica, ai sogni ingenui dello storicismo, alle sentenze oracolari di Heidegger, ai tanti cattivi maestri. E credo sia consigliabile andare a rileggersi la voce Eclettismo scritta da Denis Diderot per l’Encyclopédie: «L’eclettico è un philosophe che, calpestando il pregiudizio, la tradizione, l’antichità, il consenso universale, l’autorità, insomma tutto ciò che soggioga l’animo del volgo, osa pensare con la propria testa, risalire ai princìpi generali più chiari, esaminarli, discuterli, astenendosi dall’ammettere alcunché senza la prova dell’esperienza e della ragione; che, dopo aver vagliato tutte le filosofie in modo spregiudicato e imparziale, osa farsene una propria, privata e domestica; dico ‘una filosofia privata e domestica’, perché l’eclettico ambisce a essere non tanto il precettore quanto il discepolo del genere umano, a riformare non tanto gli altri quanto se stesso, non tanto a insegnare quanto a conoscere il vero».

Mi piace molto questa formulazione: essere non tanto precettori quanto discepoli. Via quindi i cattivi  maestri, gli imam e i predicatori dal pulpito, gli editorialisti della domenica. E imparare da cosa? Lo dice ancora Diderot: l’eclettico «non è uomo che pianti o semini; è uomo che raccoglie e setaccia». Bella anche questa immagine del setaccio, lo strumento dell’agricoltore e della casalinga, che serve a scegliere pazientemente il grano dal loglio, l’utile dal dannoso.

Diderot dà un altro saggio consiglio: viaggiare, conoscere il mondo, non stare chiusi nella torre d’avorio (o dentro le parole del libro pericolosamente proclamato «sacro»): «Per formare il suo sistema, Pitagora mise assieme i contributi dei teologi egiziani, dei gimnosofisti indiani, degli artisti fenici, dei filosofi greci. Platone si arricchì con le spoglie di Socrate, di Eraclito e di Anassagora; Zenone saccheggiò il pitagorismo, il platonismo, l’eraclitismo, il cinismo: tutti intrapresero lunghi viaggi: e qual era lo scopo di tali viaggi, se non quello di interrogare i popoli più vari, raccogliere le verità sparse sulla terra, e tornare in patria ricolmi della saggezza di tutte le nazioni?»

Ecco il destino dell’eclettico: «Come è quasi impossibile, per un uomo che viaggi in molti paesi e si imbatta in molte religioni, non vacillare nei propri sentimenti religiosi, è altrettanto difficile per un uomo saggio, che frequenta molte scuole di filosofia, legarsi esclusivamente a una setta, e non scivolare nell’eclettismo o nello scetticismo».

Certo, lo scetticismo è un’attrazione forte, una sirena al cui canto è facilissimo cedere. Ma l’eclettismo ha qualcosa di più: una ricerca continua fra libri e esperienze, fra idee e stimoli, un viaggiare ininterrotto e avventuroso fra impressioni e riflessioni degli altri viaggiatori, ignorando le piste già tracciate e segnate e le guide turistiche, setacciando le espressioni del libero pensiero.

Per questo, nei giorni della violenza fondamentalista, è bello e giusto fare l’elogio dell’eclettismo.

Pescara: parcheggi sotterranei in Piazza Primo Maggio? Meglio “Porta del mare” di Franco Summa

critical mass

la riviera secondo il Comune di Pescara

Pescara: parcheggi sotterranei a piazza Primo maggio, l’ultima trovata della giunta Alessandrini-D’Alfonso, ritorno al passato

La lettura del DUP (Documento Unico di Programmazione 2017 – 2019) portato all’approvazione del Consiglio Comunale di Pescara dalla giunta Alessandrini riserva – tra le altre – una sorprendente riproposizione di un vecchio progetto che la sinistra e gli ambientalisti di questa città hanno sempre combattuto.

Con mia grande sorpresa leggo a pagina 157 che è previsto lo stanziamento di 18.000.000 di euro per la Realizzazione di parcheggi interrati e riqualificazione Piazza Primo Maggio.

Si tratta di una proposta che la giunta di centrodestra di Carlo Pace e Nino Sospiri avanzò negli anni ’90 e contro la quale si mobilitarono non solo Rifondazione e gli ambientalisti ma l’intero centrosinistra.

La ragione era evidente: i parcheggi sotterranei sono attrattori di traffico e l’obiettivo strategico di un’amministrazione dovrebbe essere quello di liberare la riviera dalle auto per riservarla a pedoni, bici e trasporto pubblico ecologico. Una saggia politica della mobilità dovrebbe prevedere quindi parcheggi dove chi viene da fuori possa lasciare l’auto prima e non il miraggio di raggiungere la centralissima piazza (tra l’altro per chi vuole venire in centro ci sono amplissimi parcheggi nell’area di risulta). Continue reading Pescara: parcheggi sotterranei in Piazza Primo Maggio? Meglio “Porta del mare” di Franco Summa

Caetano Veloso sul Nobel a Dylan

Ho trovato in rete il commento di Caetano Veloso sul Premio Nobel a Bob Dylan:

Muito engraçado. É o primeiro Nobel da música popular. Brasileiros pensamos que a confusão de “high and low” só continuava entre nós, que o antigo Primeiro Mundo tinha voltado à respeitabilidade anterior a 68. Mas que nada! Não ligo muito pra prêmios. Mas ligo muito pra Dylan. O autor de “Don’t Think Twice” e “It’s All Right, Ma (I’m Only Bleeding)”. O maior anti-crooner da história – e que gravou um enigmático (para dizer o mínimo) disco de covers de Sinatra. Os anos 60 estão aqui ainda. É atitude black-block do Nobel. Quem sabe a esquerda Chiapas vai levar o mundo do Reino do Filho para o do Espírito.

Ho inviato alla compagna Teresa Isenburg in Brasile il testo e lei gentilmente mi ha mandato traduzione:

Molto strano. E’ il primo Nobel  alla musica popolare. Noi brasiliani pensiamo che la confusione di  “alto e basso”  fosse ancora in voga solo fra noi, che l’antico Primo Mondo era ritornato alla rispettabilità precedente al ’68. Ma invece no! Non me ne importa molto dei premi. Ma mi importa molto di Dylan. L’autore di “Don’t Think Twice” e “It’s All Right, Ma (I’m Only Bleeding)”. Il maggior anti-crooner della storia – e che ha inciso un enigmatico (a dir poco) disco di covers di Sinatra. Gli anni ’60 sono di nuovo qui. E’ l’atteggiamento black-block del Nobel. Chissà se la sinistra Chiapas condurrà il mondo dal Regno del Figlio a quello dello Spirito.

Doveroso ascoltare una canzone di Bob Dylan interpretata da Caetano Veloso

Ex-Ferrhotel: Complimenti a sindaco e assessora. Una nostra vecchia proposta forse si concretizzerà

alessandrini scloccoVorrei fare pubblicamente i complimenti al sindaco Alessandrini e all’assessora Slocco per aver ripreso una proposta che ho avanzato per anni sul recupero dell’ex-Ferrhotel. Fin dagli anni ’90 ho contestato e bloccato i progetti urbanistici che ne prevedevano l’abbattimento per far posto all’ennesimo palazzone di cui non si sente bisogno.  Nel 2012 lanciai l’idea di farne una “casa dello studente” contestando l’inserimento dell’immobile nell’elenco di quelli che l’amministrazione comunale avrebbe dovuto vendere. Grazie all’impegno dell’arch. Patrizia Tomassetti  della Soprintendenza l’edificio fu sottoposto a vincolo come auspicato dal sottoscritto, Italia Nostra e tutte le persone sensate.

Lanciai la proposta della “casa dello studente” e dell’accordo con Regione e ADSU perchè la residenza studentesca riporterebbe vita in una zona centralissima della città che quando fa buio diventa un deserto urbano.  In estate la struttura come accade in tutta Europa potrebbe essere adibita a Ostello della gioventù e anche in tal modo favorire un turismo giovane e studentesco o gli scambi con altri paesi. 

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Giochi del mediterraneo sulla spiaggia: come sono stati spesi 4,5 milioni?

malago alessandriniLeggo che il sindaco di Pescara conferirà il Delfino d’oro al presidente del Coni Malagò in quanto è stato “compagno di viaggio presente e concreto in occasione dei Giochi del Mediterraneo sulla spiaggia”. Il sindaco parla di “una filiera istituzionale compatta e motivatissima” che ha lavorato alla riuscita dell’evento.
Approfitto per tornare a chiedere un minimo di trasparenza su una manifestazione che – secondo quanto si è appreso sulla stampa – è costata dai 3 ai 4,5 milioni di euro di cui 1,5 con fondi Fas stanziati dalla Regione Abruzzo e almeno altrettanti dal Coni. Qualcosa ci ha messo anche la Fondazione Pescara Abruzzo e non so quanti altri enti.
La manifestazione sportiva si è tenuta nel 2015 ma non si è letto di nessun rendiconto delle spese. Il sito della manifestazione è morto e non mi pare che Regione, Coni o Comune abbiano reso pubblico rendiconto.
Come sono stati spesi questi milioni di euro?
La trasparenza è un dovere trattandosi di fondi pubblici.
Il Comitato Organizzatore dei Giochi del Mediterraneo sulla spiaggia – Pescara 2015 avrà a conclusione della manifestazione predisposto un rendiconto ma sarebbe doveroso renderlo pubblico. Francamente li ho cercati su internet ma non li ho trovati.
Possibile che i conti dell’Expo’ sono facilmente consultabili e quelli dei Giochi pescaresi no?
Non è la prima volta che intervengo sulla vicenda ma nessuna risposta è arrivata.
Qualche consigliere comunale, regionale o parlamentare può chiedere documentazione e che si faccia chiarezza in caso del protrarsi di questa mancanza di trasparenza?
Torno a occuparmi della vicenda perché parliamo di milioni di euro non di bruscolini.
Maurizio Acerbo