Avrebbe dovuto suscitare un coro di sdegno sui nostri media e nella nostra stampa così sensibile e “liberale” la notizia che nell’Ucraina governata dai “democratici” sostenuti da Usa e Unione Europea venga censurata una serie tv dedicata al celebre capolavoro di Michail Bulgakov  Il maestro e margherita.  Eppure il 2016 è l’anno in cui ricorrono il 125° anniversario della nascita di Mikhail Bulgakov e  il 50° della prima pubblicazione de Il Maestro e Margherita sulla rivista letteraria Moskva. Gli intellettuali e giornalisti “liberali” del nostro paese non si sono indignati per la messa al bando del Partito comunista e persino dei canti e dei simboli comunisti in Ucraina e nemmeno per la riabilitazione dei filo-nazisti antisemiti che combatterono al fianco delle truppe hitleriane. E’ tale la distrazione che non ha fatto notizia dalle nostre parti il fatto che in questi giorni il Consiglio Nazionale per la Programmazione della Televisione e Radio dell’Ucraina ha pubblicato un elenco di film e serie televisive la cui proiezione/trasmissione in Ucraina è stata vietata dall’Agenzia del Film di Stato. Nel 2014-2016 l’Agenzia ha negato la registrazione dello stato e ha annullato le licenze di proiezione per oltre 500 film e serie televisive in lingua russa.
Il 10 dicembre 2016, forse per festeggiare il doppio anniversario, l’Agenzia di Stato ucraina ha provveduto ad aggiungere alla famigerata lista nera la serie televisiva Il Maestro e Margherita, diretta da Vladimir Bortko. Qualcuno chiederà al Ministero della Cultura ucraino di fornire spiegazioni? La russofobia dei “democratici” ucraini è tale che paiono aver dimenticato che Bulgakov era nato a Kiev e non era nemmeno comunista. E’ noto che negli anni venti e trenta Bulgakov fu oggetto di feroci critiche da parte di letterati e intellettuali bolscevichi (tra cui Mejerchol’d e Majakovskij), le sue opere teatrali sovente censurate e nei suoi scritti ironizzava sulla società sovietica*. Continue reading Il Maestro e Margherita vietato in Ucraina. Serie tv dedicata al capolavoro di Bulgakov censurata dai “democratici”