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FOSSO PRETARO: DOPO SERVIZIO TGR ABRUZZO AMICONE DOVREBBE DIMETTERSI

I DATI ARTA SMENTISCONO DIRETTORE AMICONE

Il servizio del Tgr Abruzzo ( guarda: il rebus del depuratore) che ha inequivocabilmente mostrato che l’Arta era a conoscenza del cattivo funzionamento del depuratore di Fosso Pretaro andrebbe riproposto insieme alle interviste rilasciate in queste settimane dal direttore generale dell’Arta Mario Amicone che ha sempre dichiarato che non era il depuratore la causa dei problemi di balneazione. I dati dell’Arta smentiscono il suo direttore.

Esce confermato invece quanto avevo sostenuto nei giorni scorsi ritenendo poco plausibili le acrobatiche dichiarazioni di Amicone sulle rotture di una conduttura in mare come causa dell’inquinamento.

Ricordo che avendo il sottoscritto reso noto quanto riferito da un tecnico dell’Arta, cioè che il depuratore di Fosso Pretaro “funziona malissimo”, il direttore Amicone aveva minacciato sulla stampa provvedimenti disciplinari contro la “spia” e negato l’evidenza.

D’altronde non ci voleva uno scienziato per capire che se il depuratore funziona a dovere essendo l’acqua depurata anche in caso di rottura della condotta non ci sarebbe un grave impatto sulla balneabilità come quello registrato all’altezza di Fosso Pretaro.

Come Rifondazione Comunista e Forum Acqua avevamo fatto notare che gli unici dati ARTA disponibili on line relativi al marzo 2015 evidenziavano un gigantesco superamento dei limiti proprio relativamente all’Escherichia Coli nel depuratore di Fosso Pretaro.

Avevamo denunciato il fatto che nonostante una legge del 2010 lo prevedesse non erano disponibili su internet i dati sui singoli depuratori chiedendo all’Arta di pubblicarli.

Ora i dati vengono fuori e dimostrano che Amicone ha raccontato un sacco di fesserie.

Ho sempre contestato la nomina da parte di Chiodi di Mario Amicone a direttore generale dell’ARTA e la sua riconferma da parte di D’Alfonso perché ritengo che un’agenzia di tale importanza – secondo lo spirito della legge – dovrebbe essere guidata da persona con competenze scientifiche in campo sanitario e ambientale non da politici in pensione.

Non si può affidare l’ARTA a un esponente politico perché ha indirizzato le preferenze in una direzione o l’altra o perché parla al telefono con Lavitola.

Compito del direttore dell’Arta è assicurare alla cittadinanza controlli ambientali adeguati e corretta informazione sui rischi.

Da questa vicenda viene fuori tutta la pochezza della politica abruzzese che ha mal gestito le società che dovrebbero garantire depurazione e che ha affidato l’ARTA a un Amicone. L’inquinamento del mare è lo specchio dell’inquinamento della politica.

In queste settimane si è giustamente parlato di dimissioni del sindaco Alessandrini, ma credo che siano ancor più urgenti quelle di Mario Amicone.

Maurizio Acerbo, Rifondazione Comunista

Aridateci Guerino: il Comune finalmente revocherà la concessione?

guerino centroOggi su Il Centro grande spazio all’annosa questione dello stabilimento Guerino che sollevo da anni. Nel gennaio 2013 feci un accesso agli atti e portai la questione all’attenzione della commissione di vigilanza del Comune (leggi post) richiedendo la revoca della concessione. Ma nel luglio 2013 il Comune di Pescara decise di dare una proroga al concessionario (leggi mio comunicato). dato che è passato più di un anno dalla scadenza di quella proroga e Guerino continua a essere inscatolato ho riproposto nei giorni scorsi la questione in un’intervista a TvSei. L’amico Ivano Martelli, consigliere comunale di Sel e presidente della Commissione Urbanistica del Comune mi ha comunicato che il caso è stato affrontato e che la commissione ha invitato ad accelerare la pratica (che è in gran ritardo visto che la nuova amministrazione si è insediata da più di un anno). Tengo a precisare che non vi è stata alcuna “polemica a sinistra” tra me e Ivano ma un impegno comune nella medesima direzione. Non mi ero accorto della sua iniziativa semplicemente perché  non l’aveva resa pubblica e l’amministrazione comunale non ha ancora prodotto atti concreti come la revoca di cui ci si potesse accorgere. Giudico comunque molto positiva la presa di posizione di Sel e spero sia condivisa dall’intera amministrazione. Tra l’altro se il Comune finalmente procede mi risparmia il tempo da dedicare alla presentazione di un esposto all’autorità giudiziaria. Speriamo di porre fine al più presto a questo “scandalo alla luce del sole”.

Di seguito trovate articolo de Il Centro:

L’ufficio Demanio pronto a bloccare l’autorizzazione, Martelli (Sel): impossibile tollerare quel cantiere
La commissione Gestione del territorio ha dato l’indirizzo di accelerare la pratica
il parere del presidente Questo atto poteva e doveva essere fatto anche dalle giunte che ci hanno preceduto Non ci fermeremo Continue reading Aridateci Guerino: il Comune finalmente revocherà la concessione?

Balneazione: sindaco Alessandrini farebbe bene a scusarsi

divieto di balneazioneLe polemiche sono estive perché d’inverno non facciamo il bagno in mare

Ho visto in tv interviste al sindaco sui problemi della balneazione davvero incredibili. Sembra quasi che l’intera città sia stata preda di allucinazioni e che solo il sindaco abbia mantenuto la lucidità. Negare l’evidenza non fa che aumentare l’irritazione e la rabbia assai diffuse nella cittadinanza anche tra chi ha votato per il sindaco.

Il contenuto delle dichiarazioni e il tono infastidito del sindaco sono assolutamente irricevibili.

Nessuno ha mai sostenuto che siano sue le responsabilità dirette per l’inquinamento del fiume e del mare o per i guasti delle condotte o le carenze della depurazione.

Al sindaco si contesta di non aver fatto quello che gli competeva, cioè la mancata ordinanza di divieto di balneazione.

 Ai sensi degli art. 5 e 15 del D.Lgs 116/2008 e a seguito delle analisi condotte dall’ARTA, qualora i dati di monitoraggio evidenzino il superamento dei valori limite, il sindaco doveva emettere ordinanze di divieto di balneazione provvedendo a darne tempestiva informazione al pubblico. Amministrazioni avvedute procedono anche in via precauzionale come ha fatto Rimini nei giorni scorsi. Continue reading Balneazione: sindaco Alessandrini farebbe bene a scusarsi

Ambiente, nessuno peggio del Pd

trivellati alle spalleAbruzzo . Incredibile voltafaccia dei democratici che protestavano contro Ombrina durante la giunta regionale di centrodestra

Tri­vel­lati alle spalle. Molto azzec­cato il titolo di prima pagina con cui il mani­fe­sto ha rife­rito del via libera da parte del governo al pro­getto di «Ombrina» con­tro il quale da anni gli abruz­zesi mani­fe­stano in massa e si sono schie­rati tutti gli enti locali, le orga­niz­za­zioni di cate­go­ria, la stessa Regione. Gli abruz­zesi hanno espresso la loro oppo­si­zione con due enormi mani­fe­sta­zioni che hanno visto decine di migliaia di par­te­ci­panti a Pescara nell’aprile 2013 e Lan­ciano lo scorso 23 maggio.

A que­ste cam­pa­gne con­tro la “petro­liz­za­zione” del nostro mare e del nostro ter­ri­to­rio il cen­tro­si­ni­stra e il Pd hanno sem­pre par­te­ci­pato attac­cando quo­ti­dia­na­mente la pre­ce­dente giunta regio­nale gui­data dal cen­tro­de­stra accu­san­dola di scarso impe­gno ambien­ta­li­sta.
Credo che non si possa elu­dere un bilan­cio poli­tico: è indi­scu­ti­bile che con il cen­tro­de­stra al governo della Regione e del paese otte­nemmo lo stop a «Ombrina» (decreto Pre­sti­gia­como) e pre­ce­den­te­mente il pre­si­dente Gianni Chiodi, che non era certo un ambien­ta­li­sta, ottenne da Ber­lu­sconi lo stop nel 2008 alla rea­liz­za­zione del Cen­tro Oli dell’Eni a Ortona, bat­ta­glia che aveva segnato la nascita del movi­mento in Abruzzo. Invece con il voto del Pd — che mani­fe­stava al nostro fianco con tanto di gon­fa­loni, sin­daci, asses­sori, con­si­glieri regio­nali e par­la­men­tari — abbiamo regi­strato una sfilza di prov­ve­di­menti legi­sla­tivi a favore delle com­pa­gnie petro­li­fere e un rilan­cio della fami­ge­rata «stra­te­gia ener­ge­tica nazio­nale» fon­dato sull’espropriazione di com­pe­tenze a Regioni e enti locali, livelli rispetto ai quali è più facile eser­ci­tare la pres­sione popolare.

Si è comin­ciato con il decreto Pas­sera appro­vato durante il governo Monti con ampia mag­gio­ranza bipar­ti­san e si è andati avanti sulla stessa strada con i governi Letta e Renzi fino allo Sblocca Ita­lia e alle pro­po­ste di modi­fica della Costi­tu­zione. Il can­di­dato pre­si­dente del Pd, D’Alfonso, un anno fa con grande diso­ne­stà intel­let­tuale in cam­pa­gna elet­to­rale rac­contò che avrebbe bloc­cato gli «ufo» pur sapendo che il suo par­tito avrebbe fatto il con­tra­rio. E infatti dalla mani­fe­sta­zione di Lan­ciano D’Alfonso si è tenuto ben lon­tano, nono­stante il suo arci­noto pre­sen­zia­li­smo, per­ché sapeva come sarebbe andata a finire.

Dun­que non c’è nulla di estre­mi­sta o set­ta­rio nel pren­dere atto che il Pd si è com­por­tato assai peg­gio di Ber­lu­sconi e il gover­na­tore D’Alfonso peg­gio del suo pre­de­ces­sore Chiodi. C’è da ragio­nare sul per­ché un cen­tro­de­stra com­ple­ta­mente estra­neo a qual­siasi sen­si­bi­lità ambien­ta­li­sta sia stato più per­mea­bile del Pd che nella sua classe diri­gente, tra iscritti ed elet­tori, certo ha radici diverse.

Aiuta a com­pren­derlo la bio­gra­fia di per­so­naggi come il ren­ziano Chicco Testa che da lea­der di Legam­biente negli anni ’80 ce lo siamo ritro­vati, soste­ni­tore del nucleare e lob­bi­sta delle com­pa­gnie petro­li­fere, ospite della Gru­ber a par­lare a favore di «Ombrina» nel men­tre era sti­pen­diato dalla società pro­po­nente Medoil! Per non par­lare dell’ambientalismo ormai al clo­ro­for­mio di Ermete Rea­lacci. Men­tre la vec­chia destra si è dovuta pre­oc­cu­pare della mobi­li­ta­zione popo­lare e in qual­che modo tenerne conto (come su pen­sioni, arti­colo 18 e tante altre cose), la nuova destra dei cen­tro­si­ni­stri va dritta come un bull­do­zer con­fi­dando che le pro­prie rami­fi­ca­zioni nell’associazionismo, nell’informazione, nel potere locale e soprat­tutto lo spau­rac­chio di Sal­vini comun­que gli con­ser­ve­ranno il “voto utile” di tanto popolo di sinistra.

Una prima con­si­de­ra­zione si può trarre da que­sta sto­ria: que­sti non sono il “meno peg­gio”. Biso­gna trat­tarli male come trat­ta­vamo male gli espo­nenti ber­lu­sco­niani. Senza nes­suno sconto. Al Pd biso­gna far capire che non fun­zio­nerà il gioco delle tre carte: pre­si­denti e sin­daci con­tro e governo a favore, con il terzo che vince sem­pre. Que­sto non implica che non dob­biamo esi­gere che Regioni, pro­vince e comuni fac­ciano la pro­pria parte con i ricorsi e qual­siasi altro stru­mento com­preso quello refe­ren­da­rio. Ci man­che­rebbe. Lo devono fare per­ché è loro dovere farlo avendo preso que­sto impe­gno con gli elet­tori dei loro ter­ri­tori, dalla Puglia all’Abruzzo. Il Pd non può pen­sare di cavar­sela con la schi­zo­fre­nia isti­tu­zio­nale dei suoi espo­nenti che sfi­lano con i cit­ta­dini sul ter­ri­to­rio e in par­la­mento tri­vel­lano alle spalle.
[mio articolo pubblicato sul Manifesto dell’11 agosto 2015]

Biomasse a Bazzano(AQ): benvenuta inchiesta magistratura

no inceneritore bazzanoQualsiasi cittadino onesto e che tenga all’ambiente e alla salute non può che salutare con gioia l’inchiesta della magistratura sul progetto della centrale biomasse di Bazzano (Aq).
Ricordo che presentai nel settembre 2013 una dettagliata interrogazione all’allora Presidente Chiodi in cui illustravo un lunghissimo elenco di criticità.
Proprio a partire dalla vicenda di Bazzano facemmo presente l’assurda situazione abruzzese con un proliferare esagerato di progetti di centrali a biomasse e riuscimmo a far approvare in Consiglio regionale nell’aprile 2014 una moratoria alle nuove autorizzazioni che fu dopo poche settimane revocata con un blitz bipartisan di PD e Forza Italia.
Anche in questo campo il nuovo governo regionale di D’Alfonso non ha portato alcuna discontinuità rispetto alle precedenti giunte.
Benvenuta l’inchiesta della Procura ma rimane amarezza per l’intreccio politica-affari e incompetenza della politica che ha consentito di disseminare autorizzazioni per una quantità di bruciare una quantità di biomasse enormemente superiore a quelle che l’Abruzzo produce.
Nulla di ecologico quindi in questo business in assenza di pianificazione e programmazione, ma molto denaro pubblico sperperato per incentivi che andrebbero indirizzati verso un’autentica riconversione ecologica.

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