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Parco della Costa Teatina: torniamo alla carica in Consiglio Regionale

ParcoAll’ordine del giorno della seduta del Consiglio Regionale di martedì 27 novembre c’è una risoluzione urgente che ho presentato (sottoscritta anche dal consigliere dei Verdi Walter Caporale) sulla questione del Parco della Costa Teatina. Venerdì scorso ne ho spiegato il senso in una conferenza stampa con i nostri assessori comunali Marco Marra (Vasto) e Andrea Natale (Fossacesia). Il tentativo è quello di costringere il Presidente Chiodi e la sua maggioranza a smetterla con il boicottaggio portato avanti dall’assessore Mauro Febbo. Nemmeno la bocciatura da parte del Ministero della fantasiosa perimetrazione “a isole” proposta dall’assessore ha scosso Chiodi. Sulla vicenda ho presentato anche un’interrogazione con il compagno Saia. Insomma cerchiamo in tutti i modi di non arrivare alla scadenza del 31 dicembre senza perimetrazione. L’Abruzzo rischia di rimediare l’ennesima figuraccia. Continue reading Parco della Costa Teatina: torniamo alla carica in Consiglio Regionale

Facciamo come in Piemonte: stop ai centri commerciali sulle aree agricole

fnblogocolorMentre in Abruzzo si continuano ad approvare ecomostri come la legge per l’edilizia extra-large e la prosecuzione del far west per le cave, nelle altre regioni comincia a farsi strada la consapevolezza della necessità di una svolta. Persino nel Piemonte governato dal centrodestra. Oggi abbiamo presentato il ricorso al Collegio delle Garanzie Statutarie contro la legge edilizia, domani presenteremo un pdl analogo a quello piemontese.

 

Ieri il consiglio regionale del Piemonte ha votato con una larga maggioranza bipartisan una serie di modifiche alla legge regionale sul commercio che introducono il divieto assoluto di realizzare nuovi centri commerciali sulle superficie agricole. Una misura da imitare e che riproporrò in Abruzzo.

A dire il vero lo STOP AI CENTRI COMMERCIALI SULLE SUPERFICI AGRICOLE è una delle tante norme per il contenimento del consumo di suolo e la tutela del paesaggio che ho proposto inascoltato negli ultimi tre anni in Abruzzo. Continue reading Facciamo come in Piemonte: stop ai centri commerciali sulle aree agricole

Fontanelle: un tavolo per delocalizzazione tir

Klee, Strade principali e secondarie, olio su tela, 1929

Klee, Strade principali e secondarie, olio su tela, 1929

Stamattina il Consiglio Comunale di Pescara ha approvato all’unanimità un ordine del giorno proposto da Rifondazione Comunista per l’istituzione di un tavolo di lavoro che veda il coinvogimento dei consiglieri regionali pescaresi per coordinare tutte le azioni da porre in essere per conseguire l’obiettivo della delocalizzazione delle ditte di autotrasporto da Fontanelle.

 
La presenza di varie ditte con centinaia di mezzi pesanti che entrano ed escono attraversando le vie del quartiere 24 ore su 24 determina un livello di disagio davvero insopportabile.
 
L’ordine del giorno è stato presentato in occasione dell’approvazione  anch’essa unanime della delibera di presa d’atto dello studio urbanistico intercomunale per la riqualificazione delle aree antistanti l’aeroporto d’Abruzzo – Fontanelle Sambuceto.
Si tratta di uno studio urbanistico che trae origine dall’idea di Rifondazione di proporre accanto alla variante delle invarianti nel 2007 che la zona di Fontanelle fosse oggetto di un piano particolareggiato con l’obiettivo di attivare un processo di riqualificazione in quella periferia della città. Su questa idea hanno continuato a lavorare anche le successive amministrazioni pescaresi e nel 2011 si è giunti a un protocollo d’intesa con il Comune di San Giovanni Teatino.  Continue reading Fontanelle: un tavolo per delocalizzazione tir

La legge anticorruzione è una presa in giro

mani impuniteLa legge anticorruzione proposta dal governo Monti e approvata dal parlamento è davvero una presa in giro, un’operazione volta a dare agli italiani la sensazione che il rigore riguarda anche le classi dirigenti, che in italia sia davvero in corso un’operazione di moralizzazione della vita pubblica. Lo spiegano assai bene due studiosi come Donatella Della Porta e Alberto Vannucci, autori di un libro Mani Impunite, vecchia e nuova corruzione in Italia che ha smascherato la strategia bipartisan con cui il sistema politico* ha evitato dopo le inchieste di Tangentopoli ha rimosso il problema della corruzione. Buona lettura.

 Il minimo della corruzione

DONATELLA DELLA PORTA, ALBERTO VANNUCCI

È successo spesso nella storia di molti paesi che riforme importanti contro la corruzione siano state approvate sull’onda di grandi scandali. È anche accaduto che gli episodi di corruzione una volta svelati suscitassero maggiore indignazione in situazione di crisi economica: quanto più sacrifici venivano chiesti ai cittadini, tanto più oltraggiosi apparivano gli illeciti privilegi dei pochi. Si è verificato altre volte che compiti di risanamento etico siano stati affidati a governi non composti da politici di professione, e quindi ritenuti – a torto o a ragione – meglio capaci di reprimere le degenerazioni della politica.

Niente di tutto questo è successo in Italia: né in occasione delle inchieste di Mani Pulite nel 1992, né quando – nel 2012 – si è cominciato a parlare di una nuova tangentopoli. Al contrario, nel 1974 si prese a pretesto lo scandalo dei petroli per approvare una pessima legge sul finanziamento pubblico ai partiti, che ha permesso loro di sommare i proventi illegali della corruzione a quelli provenienti dallo Stato ed elargiti sempre più generosamente, senza alcun controllo. Continue reading La legge anticorruzione è una presa in giro

Benjamin Peret: per l’anniversario della rivoluzione d’ottobre (1957)

lenin-trotsky2Contro venti e maree, sono uno di quelli che ritrovano ancora, al ricordo della Rivoluzione d’ottobre, molto dello slancio incondizionato che mi spinse verso di essa quando ero giovane e che implicava il dono completo di sé stessi. Per me, niente di ciò che è successo dopo di allora ha completamente prevalso su questo movimento dello spirito e del cuore. Le mostruose iniquità inerenti alla struttura capitalista non ci scandalizzano oggi meno di quanto facessero ieri, perciò non abbiamo smesso di volere – o per meglio dire di esigere da noi stessi- che sia messa loro fine. Per ottenere questo, non dubitiamo più di allora che è necessario adoperare mezzi rivoluzionari.

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