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Visioni di libertà  eterna. Omaggio beat a Pablo Sax, Boris e Luana

Japhy balzando in piedi: “Sto leggendo Whitman, sapete cosa dice, Allegri, schiavi, e inorridite despoti stranieri, vuoi dire che questo è l’atteggiamento giusto per il Bardo, il Pazzo Bardo Zen delle antiche piste del deserto, capite è tutto un mondo pieno di nomadi con lo zaino in spalle, Vagabondi del Dharma che si rifiutano di cedere all’imperativo generale che li porta a consumare e dunque a lavorare per il privilegio di consumare, tutte quelle schifezze che nemmeno volevano davvero tipo frigoriferi, televisori, macchine, o perlomeno macchine nuove ultimo modello, certe brillantine per capelli e deodoranti e un sacco di robaccia varia che nel giro di una settimana trovi comunque nella spazzatura, tutti prigionieri di un sistema per cui lavori, produci, consumi, lavori, produci, consumi, con l’occhio della mente vedo una grandiosa rivoluzione di zaini migliaia o addirittura milioni di giovani americani che girano con lo zaino in spalla, che salgono sulle montagne a pregare, fanno ridere i bambini e rallegrano i vecchi, rendono felici le ragazze e ancora più felici le vecchie, tutti Pazzi Zen che girano scrivendo poesie che prendono forma nella loro testa senza una ragione precisa e inoltre essendo gentili e avendo anche certi imprevedibili gesti strani continuano a elargire visioni di libertà eterna a tutti a tutte le creature viventi”

Jack Kerouac da I vagabondi del Dharma

“E’ impossibile per un giovane parigino o per uno di New York concepire un programma di società nuova se non conosce il valore dell’acqua e quali sono le fonti dell’elettricità, se non hai mai visto crescere un pomodoro e non ha mai munto una mucca, e non ne sa utilizzare le feci. L’immagine di un futuro più umano resterà nella sua mente una cosa astratta, un’equazione matematica. Inoltre, come dicono i cinesi, tornare alle fonti implica necessariamente un ritorno al popolo e, io credo, alla coscienza adamitica.
Questo significa la fine di una concezione elitaria dell’esistenza che tutti ormai condannano.
Si ritroverebbe anche la dimenticata percezione del carattere sacro della natura, il senso dei rituali indoamericani e si prenderebbe coscienza del fatto, rivelato da Gary Snyder, che le masse sfruttate non sono soltanto i popoli del “terzo mondo”, privati del loro lavoro e delle loro risorse dai nordamericani che consumano la metà delle materie prime mondiali con il 6% della popolazione, ma anche l’erba, gli alberi, il suolo, gli uccelli, le balene, i pesci, tutti gli esseri non umani distrutti dalla voracità  dell’uomo.
Una cosa nuova che si potrebbe inserire nelle categorie di analisi marxiste[risate], i marxisti psichedelici la comprenderanno e in dieci anni ci si renderà conto che è semplice buon senso.
Nel ’51 Kerouac disse: “La terra è indiana”. Questa frase riassume bene l’idea. È interessante notare che la sua prima preoccupazione era la contrapposizione fra l’umanità dei piccoli paesi e la mostruosità della città e la distruzione della prima da parte del duro sfruttamento capitalista”

Allen Ginsberg, la nuova coscienza, 1972

Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh.

Jack Kerouac, Sulla strada

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