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REGIONE ABRUZZO: TAGLIAMO SUPER-PREMI AI DIRIGENTI

chialie brownCONFINDUSTRIA SE LA PRENDA CON CHIODI. NON BASTANO SLOGAN, BISOGNA PROPORRE RIFORME CONCRETE. NOI CI PROVIAMO

Le dichiarazioni di Confindustria sui dipendenti regionali, come accade troppo spesso e da troppo tempo, sono general generiche e quindi sbagliate perché non centrano il bersaglio. Da Confindustria ci aspetteremmo non battute “grilline” ma proposte concrete di cambiamento e riforma della macchina regionale che la Giunta Chiodi non ha saputo modificare (non che i predecessori abbiano brillato!).

Noi ci proviamo con la consapevolezza che va evitata la “guerra tra poveri”, tra dipendenti pubblici e privati o tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, tutti colpiti dalle politiche europee e dai governi Berlusconi, Monti, Letta.

Con questo spirito abbiamo presentato una proposta di legge che interviene su oggettive posizioni di privilegio e risponde anche alle legittime proteste dei dipendenti regionali che rischiano di non prendere il salario accessorio mentre «non vengono toccati i dirigenti».

Che i dipendenti regionali subiscano le conseguenze di “riforme di facciata” come l’assorbimento del personale di enti e agenzie soppresse è un dato certo.

Che invece i dirigenti regionali abbiano beneficiato di superpremi è altrettanto certo.

Quando Rifondazione Comunista e altri esponenti dell’opposizione denunciarono questo scandalo dei superpremi ci risposero che si trattava di cosa contestabile ma obbligata nell’attuale quadro normativo. L’assessore Carpineta disse che questo trattamento così munifico verso i dirigenti «era obbligato dalle leggi e dal contratto collettivo nazionale di lavoro vigenti». «Non c’è stata nessuna scelta politica nella quantificazione delle risorse per il fondo destinato al risultato», disse ancora Carpineta, «ma la pura e doverosa applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro».

Dopo aver approfondito la normativa di altre regioni, ci è sembrato necessario supplire alla negligenza della Giunta Chiodi che non ha predisposto alcuna norma.

Per questo abbiamo predisposto il progetto di legge intitolato “Razionalizzazione spese per il personale”.

Una riforma a costo zero che interviene su un autentico scandalo e nel segno dell’equità: meno premi ai dirigenti per recuperare salario accessorio per i dipendenti.

Non vi è nulla di antimeritocratico nelle norme proposte in quanto trattasi di “superpremi” che finora si sono aggiunti alle altre voci retributive dei dirigenti: la nostra proposta di legge interviene contro un discutibile egualitarismo dei privilegiati per cui sono state distribuite finora tra i dirigenti le risorse rinvenienti dalla diminuzione del loro numero.

Vediamo se ci sarà il coraggio di approvare questa piccola riforma.

MAURIZIO ACERBO, consigliere regionale PRC Abruzzo

…………………………………………………………………………………………

Per ulteriori approfondimenti consiglio di leggere la relazione al progetto di legge:

Progetto di legge regionale: Razionalizzazione delle spese per il personale

Relazione

Il presente progetto di legge, all’articolo 1,  propone la possibilità per la Giunta ed il Consiglio regionale di ridurre il Fondo della Dirigenza in conseguenza di processi di riorganizzazione. In particolare, si vuole consentire alla Giunta ed al Consiglio regionale:

– primo comma: di ridurre stabilmente i posti di organico del personale dirigenziale e di incrementare il fondo delle categorie professionali per un importo pari allo 0,2% del monte salari annuo della stessa dirigenza da moltiplicarsi per il numero dei posti ridotti (CCNL 01.04.1999, art,15 comma 1 lett. i). L’importo portato in incremento al fondo delle categorie professionali corrisponde al decremento del fondo della dirigenza.

– secondo comma: di ridurre stabilmente il fondo della dirigenza in conseguenza di processi di riorganizzazione finalizzati all’incremento dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi (che può interessare posizioni ovvero funzioni dirigenziali vigenti. L’importo stabilmente ridotto dal fondo della dirigenza può (la Giunta ed il Consiglio ne valutano la misura) essere portato in incremento al fondo delle categorie professionali.

– terzo comma: di estendere le disposizioni proposte agli enti dipendenti dalla Regione.

L’articolo 2 reca la norma finanziaria con la previsione che le disposizioni dell’articolo 1 non comportano aumento di spesa.

L’articolo 3 reca l’entrata in vigore.

La Regione ha soppresso, a partire dal 1 gennaio 2012, gli enti strumentali ARSSA, APTR, Abruzzo Lavoro. L’operazione di soppressione ha comportato il trasferimento delle funzioni di tali enti in capo all’Ente Regione con il contestuale trasferimento di personale.

I DdL di soppressione degli Enti Strumentali sono stati presentati al Consiglio Regionale ed all’opinione pubblica come una grande operazione di risparmio, di razionalizzazione e di efficientamento della macchina burocratica regionale. L’ingresso di oltre trecento unità nell’organico regionale ha portato una consistente riduzione dei fondi medi pro-capite del personale del comparto della Giunta  Regionale, quantificabili in oltre 1.500,00 €. annui. Tale riduzione, tra l’altro, sta interessando esclusivamente il personale delle categorie più basse della Regione, lavoratori il cui reddito mensile netto è di circa €. 1.200,00 mensili.

La diminuzione del salario si potrebbe scongiurare se effettivamente si determinassero le condizioni che costituivano la premessa dello scioglimento degli enti strumentali, ovvero il conseguimento di un risparmio di gestione che, così come previsto dalla cd. Legge Brunetta, sarebbe in parte utilizzabile per l’incremento del fondo di produttività e miglioramento dei servizi.

Ad oggi, tuttavia, la Regione non ha quantificato in via formale alcuna razionalizzazione della spesa, e dunque i risparmi millantati non si sono verificati.

Al contrario di quanto è avvenuto per i dipendenti del comparto, i dirigenti della Regione Abruzzo hanno invece avuto, negli ultimi anni, un incremento sostanziale delle loro retribuzioni.

Analizzando i dati della Corte dei Conti, Sezione delle Autonomie, “Relazione allegata alla Delibera n. 20/2013/Sez. Aut./FRG, del 6 agosto 2013, si rileva come per i dirigenti della Regione Abruzzo, “… a fronte di una decrescita di -4,70% per unità annue, si riscontra un aumento della spesa media di +23,28% …”.

Si deve considerare che la retribuzione media annua pro-capite della dirigenza è superiore ai 100.000,00 €. lordi, mentre quella del personale interessato alla riduzione della retribuzione accessoria è inferiore ai 30.000,00 euro lordi annui.

Il rapporto dirigenti/dipendenti, nella Regione Abruzzo, è al di sotto 1 a 15, ed è problema comune di tante pubbliche amministrazioni la necessità della riduzione dei dirigenti.

E’ proprio in tale ambito che si colloca la proposta di legge, che prevede l’incremento stabile del  fondo per le politiche di sviluppo delle risorse umane e per la produttività del personale del comparto attraverso una quota dei minori oneri derivanti dalla riduzione stabile di posti di organico del personale della qualifica dirigenziale. L’importo di tale incremento deve corrispondere a quello relativo alla riduzione del fondo della retribuzione di posizione e di risultato della dirigenza.

Dunque con questo progetto di legge si propone di ridurre il fondo dei dirigenti e di incrementare quello del personale non dirigente ma non solo. Infatti la riduzione stabile di posti di organico del personale della qualifica dirigenziale conseguente ad una riorganizzazione dell’Ente Regione, comporterà, questa si, una maggiore efficienza della macchina regionale che di certo non ha bisogno di 108 posti da dirigente per la Giunta Regionale e di 15 posti per il Consiglio Regionale.

Oltre ciò la riduzione stabile dei posti della dirigenza comporterà un notevole risparmio di danaro dei contribuenti, che sarà tanto maggiore quanto più gli Organi esecutivi della Giunta e del Consiglio decideranno di tagliare.

Una riforma autentica che nulla toglie alla tanto decantata meritocrazia ma interviene su una situazione di oggettivo privilegio.

Il dubbio che potrebbe sorgere nel legislatore riguarda la costituzionalità di una norma che regola da un lato aspetti contrattuali dei dipendenti e dall’altro si inserisce nelle politiche di contenimento della spesa previste dalle vigenti norme nazionali.

Sul primo punto si deve tener conto che la Regione Marche ha già approvato una legge analoga nel 2010, la norma non è stata impugnata dal Governo ed è stata regolarmente applicata. Anche la Regione Umbria ha approvato norme analoghe nell’aprile del 2013 ed il Governo Nazionale, nel Consiglio dei Ministri n. 6, del 31 maggio 2013, ha esplicitamente deciso di non impugnare la legge dinanzi alla Suprema Corte.

La stessa Regione Abruzzo, tra l’altro, all’art. 2 della Legge Regionale 23 novembre 2012, n. 58, ha già disciplinato con propria legge il trattamento accessorio del personale della Giunta Regionale e le modalità di costituzione del fondo per le risorse decentrate, prevedendo “… l’incremento delle risorse destinate agli istituti contrattuali per le politiche di sviluppo delle risorse umane e per la produttività per le categorie ed alla retribuzione di funzione e di risultato per la dirigenza, nello stretto limite delle risorse già destinate nell’anno 2011 al proprio personale dagli enti soppressi (ARSSA, Abruzzo Lavoro, APTR)”.

Relativamente  al rispetto delle politiche di contenimento della spesa previste dalle vigenti norme nazionali, la presente legge agisce nel rispetto dell’articolo 9, comma 2-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78(Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni, dalla Legge 30 luglio 2010, n. 122, in quanto l’ammontare  complessivo  delle  risorse  destinate  annualmente   al trattamento accessorio del personale dirigente e del comparto della Regione Abruzzo, non supererà il corrispondente importo dell’Anno 2010 e sarà, comunque, automaticamente ridotto in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio, così come previsto dalla predetta norma.

Infine l’applicazione della legge consentirà un notevole risparmio di spesa assicurando la riduzione stabile dei posti della dirigenza.

Progetto di legge regionale: Razionalizzazione delle spese per il personale

Art. 1

(Razionalizzazione delle spese per il personale)

1. A decorrere dall’anno 2014, la Giunta ed il Consiglio regionale incrementano stabilmente il Fondo per le politiche di sviluppo delle risorse umane e per la produttività di una quota dei minori oneri derivanti dalla riduzione stabile di posti di organico del personale della qualifica dirigenziale per un importo pari allo 0,2 per cento del monte salari annuo della stessa dirigenza, di cui all’articolo 15, comma 1, lettera i) del CCNL del comparto Regioni e Autonomie locali dell’1 aprile 1999, moltiplicato per il numero dei posti ridotti. L’importo di tale incremento deve corrispondere a quello relativo alla riduzione del fondo della retribuzione di posizione e di risultato della dirigenza.

2. In alternativa a quanto previsto al comma 1 e in conseguenza di processi di riorganizzazione finalizzati all’incremento dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi, la Giunta regionale può procedere alla riduzione stabile del fondo della retribuzione di posizione e di risultato della dirigenza. L’importo della relativa riduzione può incrementare stabilmente il fondo per le politiche di sviluppo delle risorse umane e per la produttività del personale non dirigente.

3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano anche agli enti dipendenti dalla Regione.

Art. 2

(Norma finanziaria)

1. Le disposizioni della presente legge non comportano aggravio di spesa per il Bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Abruzzo.

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