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Stathis Kouvelakis: L’ equazione magica di Syriza

tsipras parliament

Ho tradotto da Jacobin Magazine il commento di Stathis Kouvelakis, docente di teoria politica al King’s College di Londra e membro del comitato centrale di Syriza, del discorso di Tsipras davanti al parlamento greco. Interessante notare che Kouvelakis, che appartiene alla componente di Syriza “Piattaforma di sinistra” che nel recente congresso aveva criticato Tsipras, esprime un giudizio molto positivo sui primi passi del governo di Syriza e del suo Presidente.

Si evince chiaramente che i compagni in Grecia fanno sul serio e confidano molto nel sostegno popolare del resto d’Europa. Diamoci sotto in vista della manifestazione di sabato 14 a Roma. Buona lettura!

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Nel suo primo discorso davanti al Parlamento greco Alexis Tsipras con tono di sfida ha respinto l’austerità.

Il discorso politico inaugurale del primo ministro greco Alexis Tsipras davanti al Parlamento è stato seguito con particolare attenzione all’interno della Grecia, tanto quanto nelle cancellerie europee – e senza dubbio anche alla Casa Bianca. In Grecia, dopo il ricatto della Banca Centrale Europea e gli attacchi continui da parte dei leader europei, vi è uno stato d’animo che si diffonde di mobilitazione, di dignità riconquistata, di un desiderio, sia di sostenere il governo di fronte al ricatto che di fare pressione su di esso per arrestare qualunque ritirata.

Esternamente, e più precisamente negli ambienti governativi europei, ogni parola e soprattutto tutte le misure annunciate sono stati pesate per misurare la determinazione del primo ministro e del suo governo. La maggior parte si aspettava un cambiamento significativo, prefigurando una ritirata, che permettesse un “compromesso” durante i vertici europei nella settimana a venire, che avrebbe in realtà significato la sottomissione della Grecia ai loro diktat.

In questo sono stati senza dubbio delusi. Poiché Alexis Tsipras, in verità, non ha fatto concessioni fondamentali. A dire il vero, ha evitato di usare il termine “cancellazione del debito”. Ma ha fortemente insistito per il suo carattere insostenibile e ha chiesto la sua “riduzione” e “ristrutturazione”. In verità, ha anche omesso di annunciare l’immediata reintegrazione del salario minimo al suo livello del 2009 (751 euro). Ma egli aveva assunto l’impegno di farlo nel corso del 2015.

Per il resto, ha passato in rassegna tutti i punti del programma di Salonicco: misure di emergenza per far fronte alla catastrofe umanitaria (cibo, riallacci elettricità, trasporti copertura sanitaria per tutti), reintegrazione del diritto del lavoro, smantellamento delle imposte fondiarie ingiuste, riforma fiscale per fare pagare i ricchi, un aumento della soglia fiscale a 12.000 euro, la  riassunzione dei lavoratori del settore pubblico licenziati, la fine dei privilegi per le aziende dei media private, una ricostituzione della ERT (l’azienda radio e TV pubblica), l’attivazione dei poteri che lo Stato ha come azionista delle banche, una stop alla vendita all’asta dei beni pubblici (porti, infrastrutture, energia), la fine alla repressione poliziesca delle manifestazioni.

C’era una riforma molto simbolica: la legge sulla nazionalità che accorda la cittadinanza a tutti i figli di immigrati nati in Grecia su cui ha raggiunto toni lirici.  Ha anche sottolineato piuttosto a lungo il ruolo del ministero di nuova creazione della immigrazione la cui missione è quella di proteggere i diritti umani e la dignità personale ma anche di chiedere un cambiamento nella politica europea in materia. La prova, se fosse necessaria, che la partecipazione dei Greci Indipendenti (ANEL) nel governo non ha modificato la posizione di Syriza su tali questioni.

In realtà il nocciolo duro dei memorandum è stato spazzato via.  La rottura con la politica di austerità ha effettivo.  E Tsipras ha ribadito il concetto in diversi modi.

In primo luogo ha fatto esplicito riferimento al ruolo delle mobilitazioni in Grecia e alla solidarietà internazionale, che ha salutato enfaticamente, alla battaglia che il governo sta conducendo.  E’ stato molto fermo sul fatto che il ristabilimento della sovranità nazionale e democratica e della dignità del popolo greco non sono negoziabili.  Nel contesto attuale questo è l’equivalente di chiamare il popolo a scendere in piazza a manifestare, non ho dubbi che sarà ascoltato sia in Grecia che nel resto d’Europa.

Inoltre alla fine del suo discorso – che Helena Smith giustamente ha definito come “di sfida” sul Guardian – dopo un lungo omaggio alla storia delle lotte del popolo greco ha messo sul tavolo la questione delle riparazioni di guerra tedesche e ha posto Manolis Glezos alla testa della spinta del governo per tali pagamenti.  Siamo tutti consapevoli del fatto che questo tema è come uno straccio rosso davanti a un toro per le classi dirigenti  tedesche.

In generale Tsipras ha inviato un messaggio di fermezza e combattività sia internamente che esternamente. Ha smentito coloro che stavano già scommettendo su un piano inclinato verso la capitolazione.  Sembra fuori discussione che i leader europei tollereranno in qualsiasi forma le politiche che ha proposto al parlamento greco.

Siamo dunque davvero in una situazione di scontro aperto che avrà una svolta decisiva durante la prossima settimana con la congiunzione di vertici europei e manifestazioni di piazza.  Siamo indubbiamente alla vigilia di grandi eventi, eventi che possono trasformare il corso attuale delle cose in Grecia e in Europa.

Con la combinazione della determinazione della leadership governativa greca della mobilitazione del popolo e della solidarietà internazionale la “equazione magica” di una possibile vittoria è ora a portata di mano.

testo originale: https://www.jacobinmag.com/2015/02/tsipras-parliament-speech-austerity/

1 comment to Stathis Kouvelakis: L’ equazione magica di Syriza

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