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Il giorno che ho conosciuto Giorgio Caproni

[Ho conosciuto Giorgio Caproni nel 1989. Io, Giulia, Andrea Gil Eno, Paolo Pablo Sax Sponsilli, Sandro Magos stavamo intervistando Lawrence Ferlinghetti a margine di un convegno internazionale di poeti. Arrivò un anziano signore, dal passo elegante, che strinse la mano a Monsieur Ferlinghetti e si presentò come Giorgio Caproni. I due parlarono in francese. Poi si salutarono. Quella di Caproni per me fu un’apparizione, la sua figura era circondata da un’aura di umiltà e stile, pura luce. Ferlinghetti ci disse che Caproni era un grande poeta e che stava studiando l’italiano, la lingua dei suoi genitori per poter assaporare i testi dei poeti come Caproni. Nessuno di noi che avevamo letto fino al più underground degli autori americani conosceva Caproni. Quel giorno mi resi conto che si può essere molto “alternativi” rimanendo dei veri colonizzati. Andai nelle settimane successive a cercare libri di Caproni. L’anno dopo Marka, una rivista marchigiana, apriva un numero bellissimo con testi di Agamben, Weil, Benjamin, Perrone, Deleuze e Debord con Show di Caproni. La stavo risfogliando proprio ieri prima di andare a salutare mio nipote Mattia che è uno degli studenti che oggi sta facendo esame di stato (che magica coincidenza!). Da allora Caproni mi fa compagnia e quando leggo una poesia rivedo sempre quel signore anziano, magro e distinto che dopo aver salutato Ferlinghetti scompariva in un ascensore]

giorgio_caproni3

Giorgio Caproni

SHOW

Guardateli bene in faccia.
Guardateli.
Alla televisione,
magari, in luogo
di guardar la partita.

Son loro, i <<governanti>>.
Le nostre <<guide>>.
I <<tutori>>
- eletti – della nostra vita.
Guardateli.

Ripugnanti.

Sordidi fautori
dell’<<ordine>>, il limo
del loro animo tinge
di pus la sicumera
dei lineamenti.

Sono
(ben pasciuti) i nostri
illibati Ministri.

Sono i Senatori.
I sinistri
- i provvidi! – Sindacalisti.

<<Lottano>> per il bene
del Paese.
Contro i Terroristi
e la Camorra.

Loro,
che dentro son più tristi
dei più tristi eversori.

Arrampichini.

Arrivisti.

In nome del Popolo
arraffano (Avanti!
Sempre Avanti!),
capitali – si fabbricano
ville.

Investono
all’estero, mentre <<auspicano>>
(Dio, quanto <<auspicano>>)
pace e giustizia.

Loro,
i veri seviziatori
della Giustizia in nome
(sempre, sempre in nome!)
del Dollaro e dell’Oro.

Guardateli, i grandi attori:
i guitti.

Degni
- tutti – dei loro elettori.
Proteggono i Valori
(in Borsa!) e le Istituzioni …

Ma cosa si nasconde
dietro le invereconde
Maschere?

Il Male
che dicono di combattere? …

Toglieteceli davanti.

Per sempre.

Tutti quanti.

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