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Una vittoria dei costruttori, una sconfitta per la città

cementoLe sentenze 44-45-46-47 / 2015 del Tar Pescara lasciano l’amaro in bocca perché potrebbero segnare la sconfitta del tentativo di tutelare i pochi edifici di valore storico della nostra città sopravvissuti a decenni di sciagurata resa della politica alla speculazione.

Il Tar annulla la deliberazione del Consiglio Comunale di Pescara 14 marzo 2014, n. 45, di adozione di una variante al vigente PRG, recante la “Revisione Allegato D.1 Schede Patrimonio Storico-Architettonico”, cioè un elenco aggiornato degli edifici sottoposti a tutela sulla base di una ricognizione affidata a una commissione composta oltre che dai tecnici comunali, dall’università e dalla Sovrintendenza.

Non mi preoccupa tanto che l’adozione venga annullata per cavilli legati alla normativa antisismica quanto la motivazione riguardante il fatto che – secondo i giudici – il Comune non potrebbe procedere imporre vincoli puntuali su singoli edifici:
il Comune ha indubbiamente il potere di conformazione urbanistica del territorio, ma non può vincolare un bene specifico in ragione del suo supposto pregio storico-architettonico, con palese violazione delle attribuzioni spettanti allo Stato e, per esso, al Ministero per i beni e le attività culturali”.

Francamente non convince la tesi che solo le Soprintendenze possano predisporre una disciplina di tutela su singoli edifici.

Queste sentenze del Tar sono state anticipate da una funesta sentenza del Consiglio di Stato del 2014 e segnano una vittoria dei costruttori che potranno demolire edifici che il Comune aveva vincolato per sostituirli con palazzine e palazzoni.

Faccio presente che è ancora vergognosamente in vigore nonostante il cambio di maggioranza l’orrenda legge regionale che incentiva queste demolizioni con premi di volumetria e deroghe ad altezze e distanze previste dal Piano Regolatore.

In Abruzzo e in italia purtroppo le leggi si continuano a scrivere sempre al servizio dei costruttori e difendere i beni comuni è una fatica di Sisifo.

Ovviamente da parte nostra non c’è nessuna resa e nei prossimi giorni cercheremo di approfondire tutti gli aspetti giuridici.

Maurizio Acerbo, ex-consigliere comunale di Rifondazione Comunista

P.S.: C’è molto da approfondire sul piano giuridico ma a caldo non può che prevalere l’indignazione. Ora mettiamoci a studiare.

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