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PESCARA: NIENTE CEMENTO VICINO A LE NAIADI

Parco-nordRicominciano le manovre dei costruttori intorno alle poche aree verdi di pregio della città.

Confido che l’amministrazione comunale di Pescara non dia alcuna disponibilità ai costruttori per accordi di programma volti a cementificare anche parzialmente le aree verdi ricomprese tra le piscine Le Naiadi, la strada parco e la pineta della Riserva di Santa Filomena.

Con la variante al Piano regolatore proposta da Rifondazione Comunista salvammo quelle aree da una sciagurata scelta di renderle edificabili nel PRG della giunta Pace destinadole a parco pubblico.

Il vincolo a verde pubblico di quei sei ettari di verde è stata una scelta strategica trattandosi di una delle poche aree non cementificate a due passi dal mare.

Cedere ai costruttori sarebbe un delitto nei confronti della città.
Non c’è alcuna ragione da un punto di vista dell’interesse collettivo e dello sviluppo urbanistico della città che giustifichino la realizzazione di altri condomini vista mare.

Lo sviluppo del nostro turismo e la qualità della vita dei cittadini invece suggeriscono a qualsiasi persona dotata di buonsenso che quelle aree non possono venir sacrificate ad appetiti speculativi.

Per decenni i costruttori si son visti valorizzare da amici politici compiacenti terreni agricoli acquistati a due lire trasformati in edificabili.

Noi con la “variante delle invarianti” abbiamo fatto nella storia di Pescara per la prima volta il contrario.

Non vi è alcun diritto acquisito e nessun obbligo da parte del Comune a cedere alle loro pretese e spero che a nessuno venga in mente di seguire la strada che stava intraprendendo l’assessore Antonelli e che bloccammo in Consiglio Comunale.

Nessuno venga a dirci che bisogna far csostruire almeno un po’ perché altrimenti il Comune non ha i soldi per espropriare. Queste sono le scuse con cui si è cementificata tutta la città per avere in cambio rettangolini di verde che non hanno nulla a che fare con gli standard di città civili europee.
Il verde pubblico è una delle tante opere che compete a un’amministrazione e ne va programmata l’acquisizione e la manutenzione come per strade, piazze e marciapiedi.
Non è necessario espropriare tutte le aree in un giorno ma si può programmare un piano di acquisizione delle aree negli anni come si fa per il resto delle opere pubbliche (se facciamo l’elenco di quelle inutili degli ultimi 5 anni già avremmo il parco nord).

Ci vuol volere tempo per acquisire delle aree ma questo è un problema assai meno grave del perderle per sempre.

Come abbiamo ribadito tante volte con i costruttori si possono fare accordi e scambi ma questi non possono avere per oggetto quelle che il PRG definisce “invarianti” come le aree destinate a verde pubblico.

Penso che il sindaco Marco Alessandrini abbia cultura, sensibilità e determinazione per respingere eventuali cattivi consiglieri.

E’ il caso che come associazioni, ambientalisti e cittadini si proceda immediatamente alla costituzione di un comitato per vigilare sulla difesa di questa area verde.


Maurizio Acerbo, Rifondazione comunista
……
cemento
articoli da Il Centro, 30 gennaio 2015
I gruppi D’Andrea, Chiavaroli e Sopeco vanno al Tar per sbloccare i progetti fermi da 10 anni
Ricorso per annullare i vincoli sui terreni posti dall’amministrazione D’Alfonso: «Sono illegittimi»
Tre costruttori contro il Comune
per i palazzi dietro la pineta
di Pietro Lambertini
PESCARA È quasi una battaglia navale che va avanti dal 2004, dai tempi della prima amministrazione Luciano D’Alfonso, quella che oppone il Comune a tre imprenditori dell’edilizia. Dopo 10 anni – con i terreni tra la pineta di Santa Filomena e le piscine Le Naiadi acquistati edificabili a prezzi vicini ai 200 euro al metro quadrato e nel frattempo diventati a verde pubblico – i costruttori tentano la mossa per scardinare la casella F1, quella che per il Prg significa vincolo a verde pubblico: le società San Michele srl di Montesilvano, dell’imprenditore scomparso Michele D’Andrea, la Montedil di Enio Chiavaroli e la Sopeco di Fabrizio Di Luzio hanno presentato ricorso al Tar per ottenere i permessi per costruire palazzi nel Parco nord. È un caso che ripresenta all’inizio di tutte le estati, quando le amministrazioni si accorgono che Pescara non ha abbastanza parcheggi per il mare e così è necessario chiedere ai costruttori, proprietari delle aree, la possibilità di usarle, ancora meglio se gratis. Ma, finora, ogni tentativo di mediazione tra il Comune e le imprese è finito sempre con un niente di fatto, anche quando nel 2013 la proposta dei costruttori aveva riscosso il placet di una parte dell’amministrazione di centrodestra guidata dall’allora sindaco Luigi Albore Mascia. Quell’accordo mai ratificato prevedeva la cessione gratuita al Comune del 70 per cento delle aree, ossia 37.350 metri quadrati, destinati a ospitare il Parco Nord; inoltre, a realizzare le opere con un investimento di un milione e 800 mila euro sarebbero stati proprio i privati in cambio della possibilità di costruire palazzi sul restante 30 per cento della zona (16.700 metri quadrati). Ma anche a fronte di questa proposta, la trattativa per l’area che ospita i parcheggi estivi si è arenata. Adesso, i tre costruttori chiedono al Tar di annullare gli atti del Comune ritenendoli «illegittimi». È un ricorso corposo quello presentato dai gruppi D’Andrea, Chiavaroli e Di Luzio: le tre ditte sostengono che i provvedimenti del Comune per il parco Nord sono caratterizzati da «violazione e falsa applicazione di ogni norma di principio in materia di corretto agire dell’amministrazione. Eccesso di potere per errore sul presupposti. Difetto assoluto di motivazione. Contraddittorietà con la precedente determinazione. Illogicità manifesta». Da una parte, il Comune vuole realizzare il parco Nord ma non ha i soldi per acquisire tutti i terreni espropriandoli – servirebbe qualcosa come 6 milioni di euro ma l’amministrazione in pre-dissesto finanziario non può permettersi una spesa simile; dall’altra parte, il mercato dell’edilizia rispetto ai primi anni Duemila è cambiato e il boom del mattone è passato, dunque, per i costruttori il danno si è già consumato e il conto potrebbe essere girato proprio al Comune. In mezzo c’è un’area di 53.358 metri quadrati che resta abbandonata. Così, se il Comune si gioca la possibilità di ottenere chiavi in mano un grande parco di fronte al mare, dall’altra i costruttori sanno che quella è una delle ultime aree di pregio su cui investire a ridosso della riviera. Adesso a decidere se il vincolo posto dall’amministrazione D’Alfonso, su richiesta dell’allora consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, è legittimo oppure no saranno i giudici del Tar: la giunta Alessandrini ha deciso che resisterà al ricorso. In particolare, al centro del ricorso, c’è un cavillo: i costruttori chiedono di annullare la delibera del consiglio comunale 196 del 19 dicembre 2011 sull’adozione della variante urbanistica. Inoltre, chiedono l’annullamento «di ogni altro atto il provvedimento conseguente, presupposto connesso»: significa che, per i costruttori, il vincolo posto dall’amministrazione D’Alfonso è illegittimo e va cancellato. È su questo che dovrà esprimersi il Tar. Ancora più nel dettaglio, le tre società chiedono «l’annullamento della relazione tecnica illustrativa limitatamente alla parte in cui assegna la qualificazione di vincolo morfologico e non espropriativo alle zone con destinazione F1 verde pubblico-parco pubblico».
il vice sindaco
«L’iter ripartirà
sì al Parco nord»
«L’idea del parco Nord nacque con la prima amministrazione D’Alfonso e portarla avanti sarà un atto di giustizia verso la città e verso i proprietari delle aree. Senza entrare nel merito delle scelte urbanistiche, la questione sarà esaminata quanto prima dalla maggioranza, dalla giunta e dal consiglio comunale». Lo afferma il vicesindaco Pd Enzo Del Vecchio sul caso dei 58 mila metri quadrati di terreno privato nella zona delle Naiadi. I terreni sono di proprietà di tre costruttori: le aree prima del 2004 erano edificabili secondo il Prg, poi, l’amministrazione D’Alfonso ha introdotto il vincolo a verde pubblico con una variante urbanistica. In 10 anni, la trattativa tra imprenditori dell’edilizia e Comune non ha portato a niente e le aree sono rimaste abbandonate. «Tutte le pratiche urbanistiche sospese saranno riprese», annuncia Del Vecchio, «e il parco Nord è una di queste. Anzi, soprattutto il parco Nord è una di queste». Sul fatto che l’accordo con i privati non si trova da 10 anni, Del Vecchio dice: «Nel momento in cui ci sono interessi collettivi e della pubblica amministrazione, allora, anche ciò che può sembrare inamovibile può essere sbloccato». Come non si sa: «Non voglio entrare nel merito perché la scelta compete alla maggioranza nel suo complesso». Il vicesindaco, poi, fa notare che con l’amministrazione di centrodestra l’osservazione presentata nel corso del 2011 dai costruttori per sbloccare è rimasta lettera morta: «Con quella osservazione, ci si limitava a dare incarico ai dirigenti a valutare un riesame della proposta degli imprenditori ma, poi, niente è stato fatto».

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